"Due sono gli errori tipici di chi naviga sul web senza bussola: quello di prendere per buone le cosiddette bufale, ossia notizie false gettate ad arte in pasto ai creduloni, e quello di pubblicare una mole spropositata di informazioni personali, che una volta in rete non si cancelleranno mai".

Ruben Razzante, docente di Diritto dell'informazione e Diritto della comunicazione alla Cattolica di Milano, introduce così uno dei temi principali del suo “Manuale di diritto dell'informazione e della comunicazione” (edizioni Wolters Kluwer, 652 pagine, 40 euro), opera giunta alla settima edizione il cui obiettivo, precisa l'autore, "è quello di offrire uno strumento operativo agli addetti ai lavori e insieme di promuovere l'educazione digitale, così da conoscere le insidie di internet, i diritti degli utenti e le relative tutele".

I NERVI SCOPERTI - Nell'intento di "soffermarsi sui nervi scoperti della democrazia dell'informazione", l'autore parte da una analisi delle criticità, in Italia e in Europa, legate al pluralismo informativo e alla libertà di informazione.

Secondo Razzante, "nel nostro Paese è risaputo il tentativo della politica di influenzare i mezzi di comunicazione, inoltre è quasi scomparsa la figura dell'editore puro. Ma non si pensi che altrove funzioni diversamente".

In tema di giornalismo, Ruben Razzante spiega come il Testo unico dei doveri del giornalista impone il rispetto degli stessi principi deontologici nell'uso di tutti i mezzi di comunicazione, inclusi i social network, i quali del resto "non sono la giungla senza regole che molti immaginano. La Cassazione tende a regolare le questioni giuridiche inerenti il web secondo il diritto vigente in settori analoghi. Parliamo di diffamazione a mezzo stampa, leoni da tastiera e troll sono avvisati".

ESPOSIZIONI PERICOLOSE - Sul diritto di satira, si chiarisce che (entro certi limiti) essa "diversamente dalla cronaca è sottratta al parametro della verità, perché si esprime mediante il paradosso e la metafora surreale".

Secondo l'autore, chi illustra a suon di post e foto ogni attimo della propria giornata non dovrebbe dormire sonni tranquilli, perché "il diritto all'oblio è una utopia. Per quanto l'orientamento dei giudici sia quello di imporre ai motori di ricerca la corretta indicizzazione dei contenuti, le notizie che divulghiamo sul web difficilmente potranno essere eliminate. Nel frattempo chiunque, inclusi i malintenzionati, potrà sapere tutto di noi".

FALSE NOTIZIE - Che dire poi delle fake news che dilagano su Facebook e sugli altri social?

"Sono un business, non c'entrano col giornalismo. Ogni visualizzazione veicola introiti pubblicitari, favoriti da trucchi tendono a ingenerare una reazione di pancia degli utenti del web. Si pensi alle scie chimiche, agli aumenti di stipendio dei politici, all'avvistamento di ufo. Nella stragrande maggioranza dei casi è tutto falso, ma l'internauta sprovveduto ci casca".

SANITÀ ELETTRONICA - Nelle pagine conclusive lo studioso analizza quei volani di modernizzazione del Paese che sono i servizi di nuova generazione: dalla sanità elettronica alle smart grid per la gestione intelligente del ciclo dell'energia, dall'istruzione digitale all'infomobilità urbana fino alla giustizia digitale, che assicura tempistiche più snelle.

In ultimo, l'auspicio del professor Razzante: "Col mio lavoro vorrei aiutare a comprendere l'importanza dell'educazione digitale come materia scolastica. I nostri ragazzi, i cosiddetti nativi digitali, devono possedere i mezzi per una corretta navigazione sul web".

Fabio Marcello

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