Quali sensi attiviamo quando utilizziamo lo smartphone, il tablet o il pc? La vista e l'udito. Entro cinque anni attiveremo anche gli altri. Si chiama "Internet dei sensi" e assieme a "Internet delle cose", alla "Realtà aumentata" è il nostro futuro prossimo. I grandi player della tecnologia ci lavorano da anni, le università, compresa quella di Cagliari, mettono in campo le loro menti migliori. E chissà se la frontiera alla quale stiamo arrivando - comunicare digitalmente il pensiero entro il 2030 - sia un bene o un male. Ne discuteremo all'infinito, troveremo (speriamo) gli strumenti per proteggerci dal gigantesco problema di privacy, ma è questo il mondo al quale stiamo andando incontro.

Da qui a pochi anni i sistemi di intelligenza artificiale che conosciamo, - Siri di Apple, Alexa di Amazon, Bixby di Samsung, e Cortana di Microsoft - diventeranno più intelligenti, daranno più risposte, faranno più cose. Il mondo vero e quello digitale si mischieranno, vita e tecnologia non avranno soluzione di continuità, uomo e macchina saranno connessi. Elon Musk, visionario creatore di Tesla e Space X, ha una società, Neuralink, che ha l'obiettivo di costruire computer nel nostro cervello per mezzo della "stringa neurale", una tecnologia costruita nelle teste umane. In sostanza si impiantano elettrodi nel cervello in modo che le persone possano caricare o scaricare i loro pensieri su o da un computer allo scopo di consentire all'uomo di raggiungere livelli più alti di funzione cognitiva. Follia? Probabile. Secondo molti futurologi e secondo Musk no: "Gli esseri umani dovranno sviluppare se stessi proprio per tenere il passo con le macchine", ha detto. Gran parte degli essere umani pensano il contrario. Ma per quanto fantascientifica e discutibile questa è un'opzione che sarà praticabile tra pochi anni. Secondo i ricercatori della University of California e della Duke i primi elettrodi impiantati da Neuralink potrebbero trattare disturbi come l'epilessia o la depressione o addirittura consentire alle persone con paraplegia di camminare di nuovo.

Entro pochi anni lo smartphone come lo conosciamo non esisterà più: diventerà più sottile e tra breve potremo metterlo in tasca o arrotolarlo attorno al polso. Samsung ha già ottenuto alcuni brevetti e qualcosa si è già visto col Galaxy Fold. Nei giorni scorsi i ricercatori della Rmit University sono riusciti a rimpicciolire ulteriormente gli schermi rendendoli - grazie all'ossido di indio-stagno - sottili e morbidi come un foglio di carta. "Non solo è possibile piegarlo e torcerlo senza danneggiarlo, ma lo si riesce a produrre in modo molto più efficiente ed economico rispetto a quanto succede con i touchscreen tradizionali", ha spiegato alla rivista Nature electronics Torben Taeneke, leader del team che ha condotto la ricerca. Il rimpicciolimento del materiale lo ha reso più trasparente garantendo un maggiore passaggio di luce e, dunque, un risparmio del consumo di batteria, stimato nel 10%.

Questo tipo di tecnologia sarà utilizzata massicciamente entro i prossimi tre anni. Entro dieci, invece, avremo minuscoli auricolari e tutto ciò che serve sarà proiettato davanti a noi. Potremo tradurre fluentemente più lingue, chiamare chiunque nel mondo, in ogni lingua, o addirittura assumere la voce di qualcun altro. Sentiremo il respiro e i passi dei personaggi di un videogioco, gli odori. Tutte le nostre esperienze interattive si trasformeranno in esperienze multisensoriali praticamente inseparabili dalla realtà fisica Trasformare le esperienze digitali in avventure immersive rivoluzionerà anche i viaggi e il turismo. Immaginate di essere davanti ai resti dell'anfiteatro romano di Cagliari o del complesso nuragico di Barumini e mentre siete lì di assistere, come se fosse vero, a un combattimento tra gladiatori o alla vita di una tribù nuragica. O di guardare un dipinto in un museo e non solo avere tutte le informazioni che vi servono ma anche guardare il pittore mentre lo realizza.

Alex Kipman, l'uomo di Microsoft che si occupa di Intelligenza artificiale sostiene che la realtà aumentata potrebbe, a breve, sostituire smartphone, televisore, e qualsiasi altra cosa abbia uno schermo. Entro dieci anni avremo un mini dispositivo in tasca o nelle orecchie o un paio di occhiali e tutte le chiamate, le chat, i film e le informazioni saranno proiettati davanti a noi e sovrapposti al mondo intorno a noi. Non è fantascienza, è ciò che accadrà domani.
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