Nel giorno del “Throwback” il museo nazionale archeologico Antiquarium Turritano di Porto Torres, diretto da Stefano Giuliani, ha recuperato dall’archivio l’emozionante scoperta della maschera del satiro. Probabilmente il reperto più importante e spettacolare esposto all'interno del museo.

Il rinvenimento risale al febbraio del 2003, ventuno anni fa, quando apparve inizialmente come una “pietra” e poi in tutta la sua bellezza, durante gli scavi in prossimità dell’area archeologica delle Terme Maetzke, con datazione I sec d.C., anche se l’interpretazione è ancora dibattuta. L’ipotesi è che potrebbe trattarsi di un satiro, ma recentemente è stata avanzata l’ipotesi che la maschera raffiguri Marsia, un sileno o il dio del fiume Marsia da cui prende il nome. Raffigura, comunque, una figura maschile, un personaggio barbuto con orecchie a punta, rughe sulla fronte, sopracciglia rilevate e grande naso, barba liscia e capelli in ciocche. La bocca presenta un foro per la circolazione dell’acqua. Secondo la mitologia greca aveva corpo in parte umano e in parte di capride o di equide.

Questi esseri vivevano nei boschi e sulle montagne, circondati dalla natura selvaggia ed è proprio questo aspetto belluino che viene estratto dal marmo con il volto grottesco circondato da folta barba. 

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