A più di 30 anni dall’ultima esposizione, l’arte di Mirella Mibelli torna alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari.

Dal 19 maggio sarà possibile visitare “Segno, colore, superficie”, mostra che attraverso acquerelli, dipinti e opere grafiche riassume “l’avventura di segni e di colori” dell’artista cagliaritana e propone una retrospettiva sul percorso di una delle maggiori protagoniste dell’arte del secondo Novecento.

L’esposizione, organizzata dall’Assessorato della Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari e dai Musei Civici in collaborazione con l'Archivio Mibelli, è stata presentata alla stampa dall’assessora alla Cultura e Spettacolo Maria Dolores Picciau, dalla presidente della Commissione cultura del Consiglio comunale Enrica Anedda Endrich, dal curatore Gianni Murtas.

Alcune delle opere esposte (foto Comune di Cagliari)
Alcune delle opere esposte (foto Comune di Cagliari)
Alcune delle opere esposte (foto Comune di Cagliari)

«La mostra di Mirella Mibelli – spiega Picciau – rientra nel programma di valorizzazione del panorama artistico cittadino e presenta una sintesi del percorso della pittrice che, con la sua ricerca, ha dato lustro al dibattito culturale sardo. Un omaggio dovuto della città a un'artista che ha aperto nuove strade ai linguaggi della pittura contemporanea e ha saputo guardare oltre gli steccati culturali del suo tempo».

Dello stesso avviso anche la presidente Anedda Endrich. «Promuovere e valorizzare gli artisti sardi – ha puntualizzato - è un dovere per una pubblica amministrazione. Mirella Mibelli è una grande artista. Nata in Sardegna, ha affinato il suo talento con esperienze formative all’estero e ha scelto di vivere a Cagliari dove ha insegnato per molti anni trasmettendo ai giovani la sua passione. La mostra è una occasione per i sardi che non la conoscono di scoprirla, ma anche un evento che arricchisce l’offerta culturale cittadina per i numerosi turisti».

Un'altra immagine dell'allestimento (foto Comune di Cagliari)
Un'altra immagine dell'allestimento (foto Comune di Cagliari)
Un'altra immagine dell'allestimento (foto Comune di Cagliari)

«L’esposizione – aggiunge Gianni Murtas, curatore mostra – è un atto doveroso per recuperare una delle artiste più importanti del secondo dopoguerra in città, sia per il ruolo che ha avuto sia per altri aspetti, come la sua produzione più matura che abbiamo capito meglio col tempo. È quindi l’occasione per dare un ordine storico a tutta una serie di ricerche di Mibelli, non solo quelle degli anni ‘50 e ‘60 ma anche quelle meno indagate degli anni Ottanta e Novanta. Mibelli ha operato su più fronti: è stata una giovanissima esordiente con lo Studio 58, il gruppo artistico formato da artisti nati negli anni ‘30 come Primo Pantoli e Gaetano Brundu che ha rotto la linea tradizionale dell’arte a Cagliari e ha definito i nuovi orizzonti dell’arte moderna in Sardegna, negli anni ‘70 è stata al centro dell’attività del Liceo artistico del capoluogo e attiva nel dibattito culturale di quegli anni».

Tra opere grafiche, dipinti e acquerelli, sono poco più di 20 le opere esposte nelle sale della Galleria comunale e coprono gran parte del percorso artistico di Mibelli, a partire dalla fine degli anni Cinquanta e fino ai primi anni Duemila. Provengono dall’Archivio Mibelli e dalla Collezione civica. Una quindicina, invece, dalla prossima settimana saranno esposte all'Aeroporto di Cagliari-Elmas.

L’ARTISTA – Mirella Mibelli nasce a Olbia nell'aprile 1937 e, dopo la guerra, si trasferisce a Cagliari con la famiglia per poi completare gli studi all'Istituto d'Arte Zileri di Roma nel 1953. Tornata nel capoluogo, entra a far parte di Studio 58 per poi frequentare, a Salisburgo, la Scuola del Vedere diretta da Oskar Kokoschka, esperienza determinante per la sua formazione e espressione artistica. Dopo aver partecipato, tra il 1959 e il 1960, alla I e alla II Mostra Regionale delle Arti Figurative, si sposa e rientra sulla scena artistica solo a partire dal 1968, quando inizia a insegnare discipline pittoriche nel neonato Liceo artistico di Cagliari. Tre diverse mostre cittadine negli anni Settanta raccontano l'evoluzione della sua pittura, che raggiunge l'equilibrio tra razionalità della forma ed emotività della visione e si allontana dall'espressione figurativa. Gli anni Ottanta portano la sua pittura a un intreccio complesso di spunti naturalistici e procedimenti astrattivi, ma soprattutto registrano l'inizio delle sperimentazioni con l'incisione che, tra esposizioni e collaborazioni, culminano con la partecipazione alla collettiva Segni d'Autore in Sardegna del 1988, occasione per fare il punto sull'incisione contemporanea sarda ospitata alla Galleria Comunale di Cagliari. Nel 1989, sempre ai Giardini pubblici, allestisce una sua antologica nell'ambito del ciclo Per l'Arte in Sardegna. Nello stesso anno, dopo la diagnosi di sclerosi multipla, ritorna all'Accademia di Salisburgo per partecipare al corso tenuto da Jorg Immendorf e attuare un nuovo recupero figurativo. Dal 1990 all'agosto 2015, anno della morte, Mibelli continua a esporre e partecipare attivamente, finchè le condizioni di salute glielo consentono, attraverso quadri o installazioni in tutta la Sardegna.

L’ARCHIVIO – Presente all'incontro con i giornalisti anche Mario Palomba, presidente dell'Archivio Mibelli. Sorto nel 2021 nella casa-studio dell'artista negli stretti vicoli del centro storico di Pirri grazie alla volontà dei figli, Alberto e Paolo Massidda, l'archivio sarà visitabile per Monumenti Aperti.

“Segno, colore, superficie” rimarrà aperta alla Galleria comunale d’Arte dei Giardini pubblici di Cagliari fino all'1 ottobre 2023 e sarà visitabile dal martedì alla domenica. Il costo del biglietto è quello consueto per l'ingresso alla Galleria (6 euro), ma sono previste agevolazioni e ingressi gratuiti.

(Unioneonline/v.l.)

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