Più che una polemica è un accorato appello, quello di Francesco Nicolò Pusole, poeta e studioso del maddalenino (isulanu), un invito a chi si cimenta nello scrivere versi, oggi nell’era di internet, facilmente divulgabili. 

«Non solo io, ma sono sicuro che anche altri maddalenini avranno notato l'impiego, da parte di alcuni autori, di termini gravemente distorti rispetto a quelli della genuina parlata». Pusole, nel 2007, ha pubblicato il “Vocabolario del dialetto maddalenino antico”, un lavoro, scrisse allora nell’introduzione, nato «dalla profonda passione per la conoscenza del nostro idioma isolano, nutrita fin dai primi anni della mia adolescenza. Iniziai le prime registrazioni diciotto anni or sono, spinto dall’ardente desiderio di salvare dall’imperituro oblio la parlata antica, assai difforme da quella a me nota, oggetto di un continuo e rapido processo di italianizzazione».  

Oggi, scrive Pusole, «mi capita di leggere alcune poesie scritte in vernacolo maddalenino. È piacevole constatare che diversi autori amino cimentarsi nella nobile arte poetica, ma avrei molto piacere che taluni scrivessero in vernacolo genuino». Il maddalenino, osserva Pusole, «come tutte le altre lingue parlate, ha le proprie regole, ha il proprio lessico e la propria sintassi». Maddalenino, è bene ricordarlo, che è stato riconosciuto dalla Regione Sardegna come variante sarda da tutelare, al pari del catalano, del tabarchino e del castellanese. Francesco Nicolò Pusole ha pronta una seconda edizione, «ma più corposa della prima, del vocabolario del dialetto maddalenino antico, che spero verrà pubblicata quanto prima».

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