Sassari, un seminario sul paesaggio sardo al cinema
Organizzano l'Università e il festival “Pensieri e Parole: libri e film all’Asinara”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La percezione della Sardegna dipende anche da chi la guarda. In che misura la fisionomia di un luogo può determinare la realizzazione di un film? Come raccontano il paesaggio i film girati in Sardegna? Sono alcuni dei temi attorno ai quali si snoderà il seminario “Occhi miei occhi tuoi: il paesaggio sardo al cinema” che il corso di Laurea in Comunicazione Pubblica e Professioni dell’informazione dell’Università di Sassari programma con il festival “Pensieri e Parole: libri e film all’Asinara” a partire da martedì.
Il seminario, condotto dal regista e attore Sante Maurizi, si terrà presso l’aula Da Passano (v.le Mancini) il 19, 20, 26, 27 novembre e 3 dicembre dalle ore 17. Per gli studenti del corso la frequentazione permetterà l’acquisizione di 3 CFU.
Verrà approfondita la relazione tra i luoghi e le storie attraverso alcuni film raggruppati per categorie: il paesaggio del pastore (“Proibito” di Mario Monicelli e “Banditi a Orgosolo” di Vittorio De Seta); il paesaggio del bandito (“Sequestro di persona” di Gianfranco Mingozzi e “Barbagia” di Carlo Lizzani); Il paesaggio del turista (“Il successo” di Mauro Morassi e “I protagonisti” di Marcello Fondato); quale paesaggio per quale futuro (“Disegno di sangue” di Gianfranco Cabiddu e “Assandira” di Salvatore Mereu).
Visto attraverso gli occhi dei sardi e de sos istranzos, il paesaggio pone domande: può essere fondale, personaggio, soggetto, molla della narrazione: ci chiede di prendere posizione. Come quella “storica” (inattuale?) di Michelangelo Pira, che nel 1977 scriveva: «I film girati in Sardegna o ad essa riferiti con l’intento dichiarato di rappresentarne la specificità culturale sono numerosi, ma in essi i sardi non si sono riconosciuti e non si riconoscono».