L’infanzia e l’adolescenza di uno dei più bravi caratteristi del cinema italiano.

Sandro Ghiani ha scritto “Pane e zucchero” insieme alla moglie Rosa Castrogiovanni.

«L’esistenza del protagonista, Antonello, è la mia vita. Il punto di partenza è la  piccola frazione di Caput Acquas, frazione di Carbonia, dove sono nato. Ma, voglio chiarire che non si tratta di un semplice raccontarsi, di una mera autoreferenziale biografia o di un nostalgico memoir. L’intento è anche quello di consegnare al lettore sentimenti ed emozioni che vanno al di là delle mie esperienze personali».

Ghiani e la moglie Rosa in questi giorni sono in Sardegna per presentare il volume. Le due tappe, il 12 e 13 ottobre, nel Nord Sardegna: a Sassari nella sala del Vecchio Mulino (in via Frigaglia) e a Olbia nella sala "Alfonso De Roberto" della Biblioteca civica simpliciana (in dialogo con Antonello Budroni) con inizio alle 18.

Sabato 14 ottobre, alle 18, l’incontro a Cagliari, all’Istituto dei ciechi “Maurizio Falqui”, in via Nicolodi. Oltre agli autori intervengono il commissario dell’ente Maurizio Porcelli e il giornalista Luigi Alfonso. Il giorno successivo, alle 17.30, l’appuntamento a San Giovanni Suergiu nell’aula del consiglio comunale alla presenza della sindaca Elvira Usai.

La trama di “Pane e zucchero” è nata e si è sviluppata durante la forzata clausura nel periodo più critico dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid: «Con Rosa, da sempre amante della lettura e della scrittura, - spiega Sandro Ghiani - abbiamo analizzato il materiale a disposizione, il complesso e disordinato archivio dei ricordi della mia vita. Abbiamo iniziato un lungo viaggio di ricerca e studio per ridisegnare la forma della storia, operare una trasfigurazione dei personaggi sulla pagina, pur rispettando le vicende realmente accadute. Ci piace raccontare le emozioni e gli stati d’animo che scaturiscono da quei fatti».

Nel cinema

Nel curriculum di Ghiani oltre 50 film, senza trascurare i ruoli in tv negli sceneggiati e nelle fiction: «Gli attori che ho avuto il piacere di conoscere e con cui ho lavorato sono moltissimi. Prima di tutto le attrici: brave e bellissime come Laura Antonelli, Eleonora Giorgi, Ornella Muti. Poi Lino Banfi, Nino Manfredi, Adriano Celentano, Jerry Calà, incontri che hanno arricchito la mia vita. Anche il rapporto con i registi è stato sempre molto costruttivo. Ricordo in particolare Ettore Scola. Con lui ho girato “Passione d'amore” grazie al quale ho avuto la candidatura come miglior attore non protagonista per il David di Donatello.  Ma il film a cui sono più legato per le emozioni che mi ha suscitato è “Spaghetti House” con Nino Manfredi. Sul set si respirava un’atmosfera di grande concentrazione e di religioso silenzio».

Il rapporto con la Sardegna non si è mai spezzato: «A Caput Acquas ho trascorso una bellissima infanzia. Ho lasciato l’Isola molto giovane a causa di complicate vicende familiari. Ho vissuto prima in Piemonte e poi a Roma. Nell’Isola torno per le vacanze e per far visita ai miei familiari. Seguo il Cagliari, da vero tifoso, pur nelle alterne vicende, dal 1970, un anno esaltante». 

Ora i pensieri sono rivolti alla sua seconda opera. “Pane e zucchero” arriva dopo “L’angelo della porta accanto” scritto insieme a Susanna Trossero. «Per me questo libro rappresenta anche un ritorno alle radici sarde, alle motivazioni personali più profonde, a una rielaborazione di tanti momenti della mia vita. Un percorso con tante tappe, emozionante ma a tratti anche doloroso».

Il romanzo, con la copertina realizzata da Alessandro Cau, è disponibile su Amazon in versione cartacea e su Kindle in digitale.

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