Un "insieme di follie", il racconto di un'imperitura tradizione artistica e culturale, e un percorso espositivo che esprime il dialogo fra passato, presente e futuro.

Questo e altro nella mostra "Capucci Dionisiaco. Disegni per il teatro", realizzata per le stesse cure del celebre couturier Roberto Capucci e in programma a Firenze in occasione del 93esimo Pitti Immagine Uomo.

Bozza di costume per uno spettacolo firmata da Capucci, 2010
Bozza di costume per uno spettacolo firmata da Capucci, 2010
Bozza di costume per uno spettacolo firmata da Capucci, 2010

La rassegna - a Palazzo Pitti, nelle sale dell'Andito degli Angiolini, da martedì 9 gennaio al 14 febbraio 2018 - si compone di 72 opere su carta di grande che rivelano un Capucci del tutto inedito.

Con l'occasione, infatti, lo stilista espone una suite di disegni con un inaspettato e sorprendente repertorio di costumi maschili per il teatro che, sin dagli anni Novanta e nel più assoluto riserbo, gli sono stati ispirati dall'idea di una messinscena onirica, dando libero sfogo a un'inesausta fantasia d'artista affrancato dalle mode e dalle ribalte internazionali dei tempi. La mostra riporta dunque l'attenzione su quel segreto talento di Roberto Capucci prestato al cinema di Pasolini in Teorema (1968), corteggiato da registi del calibro di Luca Ronconi, e da alcuni enti lirici - dall'Arena di Verona al Teatro San Carlo di Napoli - che hanno avuto il privilegio di vestire di primedonne del canto, quali Raina Kabajvanska, in abiti Capucci.

Uno dei celebri abiti di Roberto Capucci, dalla collezione 2009
Uno dei celebri abiti di Roberto Capucci, dalla collezione 2009
Uno dei celebri abiti di Roberto Capucci, dalla collezione 2009

"I punti focali di ogni figura - ha scritto Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, nel suo testo in catalogo - sono soprattutto la testa e i fianchi, dove si concentra il colore, da dove partono sbuffi e girandole, nastri e piume, elmi e carapaci imprevedibili per l'osservatore, ma certo non per l'autore, che nella precisione e nella qualità calligrafica del segno sembra tradurre sulla carta un progetto quasi ingegneristico, comunque già perfettamente sviluppato nella mente e senza ripensamenti. La creatività si unisce al rigore della materia: un Capucci dionisiaco, sì, ma con ferrea disciplina".

Il tratto figurativo di Roberto Capucci offre il destro anche per riconoscere alcune sue peculiarità stilistiche: la sapienza grafica e la sensibilità negli accostamenti cromatici, l'esattezza geometrica ai limiti dell'utopia.

Un'altra immagine in mostra
Un'altra immagine in mostra
Un'altra immagine in mostra

Scriveva a questo proposito Kirsten Aschengreen Piacenti nell’ormai lontano 1990: "Roberto Capucci è la conferma del detto di William Morris: 'C'è un artista in ogni artigiano e un artigiano in ogni artista'".

(Unioneonline/v.l.)
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