L’enorme murale con il volto di Grazia Deledda ha fatto da coreografia. Orgoglio identitario. Sergio Zuncheddu ha citato la scrittrice premio Nobel per la Letteratura, in più di un’occasione, come capace di sensibilizzare le coscienze e indurre la classe dirigente a reagire, a imbastire un futuro virtuoso per l’Isola. «Se guardiamo i dati riportati, l’unico segno più lo abbiamo alla voce disoccupazione», ha detto l’imprenditore di Burcei ed editore del gruppo L’Unione Sarda, venerdì sera a Nuoro, nell’auditorium della biblioteca Satta, per la presentazione del suo libro, “Buongiorno SarDegna”. Matteo Floris, liceale a un passo dal diploma, ha subito recepito l’invito: «Politici a parte, la rinascita deve poggiare su noi giovani: dobbiamo tutelare l’ambiente e garantirci un futuro senza fughe, in questo luogo meraviglioso».

La scossa

Davanti a una variegata platea l’autore ha ribadito che la classe dirigente - politica, imprenditoriale, burocratica e sindacale - ha il dovere morale di difendere la Sardegna dagli attacchi in corso che potrebbero distruggere l’unica risorsa di rilievo ancora posseduta: il Paesaggio, risorse scarsa e quindi di inestimabile valore economico per la comunità sarda. È concreto il rischio di vedere ancora profili di colline e montagne compromessi, nella loro bellezza, da mastodontiche pale eoliche intorno all’Ortobene, Gennargentu e a tutte le meraviglie naturalistiche dell’Isola; è il rischio di vedere rovinato l’orizzonte marino e compromessa la possibilità di goderne per le generazioni future; è la certezza che, con tutto ciò, si alimentino solo le tasche di speculatori incuranti del paesaggio e in danno irreversibile della Sardegna, come già capitato con le grandi industrie di base inquinanti, senza ricadute reali e durevoli per i territori nei quali sono insediate. Tutto ciò può ancora e deve essere fermato, anche con una nuova Pratobello, se necessario, quando l’intera popolazione orgolese reagì, con successo, alla pretesa di espellere pastori e armenti dai propri territori per praticarvi esercitazioni militari. Il Gruppo editoriale de L’Unione Sarda sta svolgendo il compito di informare la comunità sarda per renderla più consapevole, stimolare la reazione della classe dirigente e sensibilizzare i giovani, vera speranza per il futuro dell’Isola, quelli su cui contare per modificare la condizione di dipendenza economica, causa del basso reddito pro capite e delle sofferenze e disagi patiti dalla Sardegna. La tutela del paesaggio consente di puntare su attività attrattive per l’industria ricettiva di fascia alta, sulla scia di un mercato in crescita a due cifre previsto per i prossimi anni. E consente di competere con Olanda e Germania per l’Einstein Telescope nelle campagne di Lula. L’Isola diverrebbe il centro di ascolto, noto in tutto il mondo, delle onde gravitazionali originate dalla nascita dell’Universo. Gli investimenti e le ricadute sul territorio nuorese e della Sardegna intera sarebbero di grandissima rilevanza, cosa che impone di essere vigili rispetto ai tentativi di modificare le caratteristiche vincenti di quei luoghi con l’installazione di pale eoliche, per esempio, tentativo da poco sventato, per fortuna, anche per le inchieste de L’Unione Sarda.

Le nuove generazioni

Sergio Zuncheddu, sollecitato dal giornalista Graziano Canu, dal cuore del capoluogo barbaricino si è confrontato con i ragazzi del Giorgio Asproni, liceo classico frequentato anche da Indro Montanelli. «Voi giovani, per favore: mandateci a casa tutti», ha scandito l’imprenditore: «Prendetevi in mano la Sardegna, fate in modo che ci sia un risveglio, un nuovo inizio. Ripulite questo posto, sistematelo, riducete l’entropia, il disordine, e mettete ordine». E ancora: «Abbiamo un luogo fantastico, di cui solo chi è immerso nella bellezza non si rende conto. Ribellatevi a chi vuole rovinarlo, spesso con la connivenza di basisti locali, magari per un piatto di lenticchie! Ribellatevi a rassegnazione e assuefazione alla dipendenza verso chi ci vuole solo usare». Il diciottenne Matteo fa il portavoce degli studenti nuoresi, sorta di capopopolo. E promette: «Noi ci impegneremo al massimo, difenderemo la nostra terra con lo studio e la conoscenza. Noi giovani vogliamo restare qui, è il nostro sogno. Immaginiamo un’Isola piena di opportunità e non di incertezze, come purtroppo adesso accade». 

Rinascita e coesione

Le nuove generazioni vogliono inseguire una terra “degna”, come dal titolo del libro. «Bisogna ripartire dalla nostra storia, prima di tutto», puntualizza Antonella Fancello, docente dell’università di Sassari: «Ai miei allievi ribadisco sempre questo aspetto. Ogni sardo deve essere consapevole del valore della sua terra. Ecco il mio unico sogno».

Gianfranco Locci

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