Annamaria De Blasi, Eleonora Esu, Sara Locci e Laura Palazzari hanno raccontato la loro esperienza vissuta ad Auschwitz invitando i loro coetanei, e non, a vivere lo stesso percorso. Le 4 ragazze di Carbonia aderendo al progetto “Promemoria Auschwitz”, promosso dall’Arci, dal 9 al 14 marzo insieme ad altre migliaia di ragazze e ragazzi provenienti da tutt'Italia, hanno intrapreso il viaggio nella città di Cracovia con la visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, al Ghetto e alla Fabbrica di Schindler, dopo un percorso di formazione svolto prima del viaggio durato quasi un mese.

Al loro ritorno le ragazze e i ragazzi hanno continuato a incontrarsi per preparare le restituzioni alle comunità di appartenenza. L’esperienza è stata resa possibile oltre che dalla promozione di Arci Sardegna, anche attraverso l’impegno di tutti i circoli tra cui “La gabbianella fortunata” di Carbonia, dall’investimento economico del Comune. L’assessora alla cultura Giorgia Meli, dopo aver ricordato che per l’Amministrazione aderire al progetto rappresenta “una scommessa importante” ha investito le partecipanti di una grande responsabilità civica: “voi siete le portatrici di questa memoria che non va mai cancellata. Il testimone passa nelle vostre mani per far sì che queste tragedie non si ripetano”.

Subito dopo le ragazze (accompagnate da Mara Portas, una delle tutor che in passato è stata una partecipante e che si è voluta mettere al servizio delle nuovi aderenti al progetto) hanno presentato un elaborato audio video diviso in due parti: nella prima venivano raccontate le testimonianze dei protagonisti dei lager di ieri e di oggi (vedi Gaza, la Cecenia, i barchini che trasportano i migranti verso un futuro di speranza e tanto altro), nella seconda venivano riportate le emozioni vissute in quegli indimenticabili 6 giorni. Subito dopo è stata la volta delle testimonianze dirette. Laura è tornata da questa esperienza “con la mente aperta e il cuore ricco. Abbiamo imparato che niente è scontato ma tutto è prezioso”.

Sara ha confessato “in realtà sto ancora elaborando quanto vissuto. Ho visto il fulcro della brutalità dell’uomo ma questo è stato bilanciato dalla grande unione che si è creata tra di noi. Ognuno può e deve fare qualcosa”. Per Eleonora “è stata una grande possibilità di crescita personale. L’aver conosciuto da vicino un pezzo di storia che non può essere dimenticata è un’esperienza che ti segna e ti fa tornare a casa diversa”. Per Annamaria “è stato un viaggio tra le emozioni, vissuto con un grande senso di famiglia tra tutte e tutti noi. Ancora oggi è difficile spiegare quanto abbiamo vissuto”.

Tutte quante, inoltre, hanno voluto ringraziare l’Amministrazione comunale, l'Arci e tutti i tutor e accompagnatori.

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