Le note richiamano immediatamente alla memoria i colori della festa, le immagini suggestive del cocchio trainato dai buoi che si fa largo tra i fedeli, e il profumo inconfondibile de sa ramadura: “Processione po Efis”, il brano composto dal suonatore di launeddas Matteo Muscas e dal pianista Samuele Meloni, racchiude l’essenza della festa di sant’Efisio.

Il singolo, in uscita domani su tutte le piattaforme, unisce alla perfezione due strumenti completamente differenti come le launeddas e il pianoforte, ma capaci comunque di dare vita a una melodia che riesce a coniugare la tradizione all’innovazione. Il singolo, accompagnato dal bellissimo video realizzato da Alberto Malizia, è destinato a diventare la colonna sonora moderna dei momenti più suggestivi della festa del Martire Guerriero.

Matteo Muscas, suonatore di immenso talento, cresciuto sotto l’ala protettrice del maestro Orlando Mascia, racconta come sia nata l’idea di comporre un brano che rievocasse le atmosfere della processione di sant’Efisio: «Può sembrare incredibile, ma questo progetto è stato concepito a migliaia di chilometri dalla Sardegna, mentre eravamo in tour in Nuova Zelanda. All’aeroporto c’era un pianoforte, per ingannare l’attesa del nostro volo io e Samuele abbiamo provato a suonare assieme, ecco che – nota dopo nota – è nato questo brano. Il nostro obiettivo era rendere omaggio a sant’Efisio utilizzando le launeddas, ma anche uno strumento della cosiddetta “musica colta” come il pianoforte, in modo da creare una musica più contemporanea».

Matteo Muscas, oltre a produrre musica si dedica all’insegnamento degli antichi strumenti come le launeddas e su sulittu, per trasmettere la sua passione alle nuove generazioni: «L’anno scorso, in collaborazione con il Comune di Pula, dopo tanti anni abbiamo ridato vita al corso di musica tradizionale nelle scuole, quello dal quale è nato il mio percorso artistico. Oggi ci sono 80 bambini che imparano a suonare strumenti antichi, tesori che abbiamo il dovere di preservare: vederli salire sul palco di Domus antigas, davanti a centinaia di persone, è stato davvero emozionante».

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