Porto Torres, scoperta "la maledizione" della basilica di San Gavino
L’iscrizione è apparsa su una base della colonna della chiesa grazie all'utilizzo del laser scanner
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un graffito sulla colonna che mostra uno dei misteri ora svelati della basilica di San Gavino a Porto Torres.
Il monumento è oggetto di una intensa campagna di rilievi metrici e qualitativi che utilizza le tecnologie più avanzate che hanno consentito di approfondire alcune scoperte. I rilevi hanno evidenziato una epigrafe con una “maledizione”, una iscrizione rilevata utilizzando strumenti che dimostrano come si possa unire la capacità prospettiva tridimensionale con l’innovazione tecnologica.
Si tratta del progetto “Rilievo Scanner Laser 3D della basilica di San Gavino” avviato alcuni mesi fa su iniziativa del "Centro studi basilica di San Gavino" che da 25 anni sviluppa iniziative in ambito culturale, presieduto dall’epigrafista Giuseppe Piras.
La visione del contenuto dell’iscrizione, non visibile facilmente ad occhio nudo, è apparsa su una base della colonna della chiesa grazie all'utilizzo del laser scanner: “Nell’anno del Signore 1211, il giorno 14 dalle calende (il mese non è indicato), quel personaggio e nessun altro in questa tomba riposi in pace”, che tradotto indica un monito risoluto contro chi avesse intenzione di violare la sepoltura. “Una sorta di maledizione – spiega Piras – ovvero se tu toglierai le mie ossa e metterai le tue non riposerai in pace”.