Mentre in Italia, non dissimilmente da altri paesi, si discute se sia opportuno rinunciare ad un pezzo della nostra libertà per combattere il Covid 19, non ci accorgiamo dei cambiamenti che l’unica casa comune che abbiamo, la terra, sta subendo a causa del riscaldamento a cui è sottoposta. Al massimo li vediamo come fatti lontani che al più interessano poche popolazioni. Ma come non preoccuparsi! A Pantelleria, trombe d’aria mai viste hanno scaraventato in aria, come fossero fuscelli, le auto incontrate nel loro percorso.

Il ghiacciaio della Marmolada fra circa 10 anni sarà disciolto. L’Ipcc (Intergovernamental Panel of Climate Change) ha diffuso il suo report sull’ aumento della temperatura globale e sulle conseguenze, meglio dire sui disastri che provoca. Quest’anno un incendio nella Jacuzia, una repubblica della Russia nella Siberia orientale, ha sviluppato un fronte di fuoco di 2000 chilometri col fumo che ha raggiunto il polo nord. E d’altro canto quest’estate le temperature hanno raggiunto picchi finora sconosciuti anche da noi, come i 48,5 gradi di Siracusa. Ma nonostante il primo Global Strike del 15 marzo del 2019 promosso da Greta Thunberg che ha visto l’adesione imponente di milioni di ragazzini di tutto il mondo il tema ambientale stenta ad imporsi all’attenzione del mondo. Infatti anche la Conferenza Internazionale sul Clima di quest’estate a Napoli a causa dell’opposizione di stati fra i quali la Cina non ha ratificato gli obbiettivi di decarbonizzazione necessari a contenere le temperature atmosferiche.

Il nodo centrale, dobbiamo comprenderlo, è un conflitto fra generazioni sul tema: quale sarà il destino della nostra unica casa e quale sarà il destino della sua sopravvivenza. In concreto, come la politica ed i politici possono continuare ad essere subalterni ai grandi produttori di energie fossili. Il problema è globale ed il pensiero sovranista che non riesce a vederlo, perchè difende interessi locali, non vuol capire che così distruggiamo la casa ed il futuro dei nostri figli e nipoti. Ma vediamo come i giovani, col loro entusiasmo e con la certezza che sia necessario far riferimento ai dati scientifici, vogliono diventare protagonisti del cambiamento. Fino al 30 settembre a Milano si svolge lo “Youth4Climate: Driving Ambition”. L’incontro è dedicato ai giovani fra 16 e 29 anni dei quali un gruppo selezionato dovrà preparare il documento finale. Ma l’evento clou sarà a Glasgow: dal primo al 12 novembre si terrà la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che vedrà la presenza di 30 mila delegati e molte rappresentanze di giovani attivisti.

La nostra piccola isola e noi come stiamo vivendo gli effetti dei cambiamenti climatici, come vogliamo contribuire alla riduzione dei gas serra? Siamo una comunità che per la mobilità in generale e per il riscaldamento delle abitazioni usiamo massicciamente ed estesamente combustibili fossili che determinano alti livelli di inquinamento ambientale. Oltre alla riduzione del loro uso serve un grande investimento nella cura dei boschi. Al Gennargentu, il nostro polmone verde, non serve un piano neve, ma una grande riforestazione.

Antonio Barracca

(Cagliari)

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