«È un progetto di ricerca, didattica e terza missione. Un progetto che mette insieme lo studio, la conoscenza del territorio e lo sviluppo sostenibile e che cerca di unire due realtà contrapposte: un centro storico del centro Sardegna e i luoghi della costa, accomunati dallo stesso elemento naturale che è il granito, non un luogo qualunque ma, i cosiddetti Borghi d’arte».

Donatella Rita Fiorino, professore d’arte e di restauro all’università di Cagliari non ha dubbi, questo progetto di valorizzazione del Borgo di Osidda, del quale è consulente responsabile scientifico, è strategico per la valorizzazione, la tutela e la promozione del piccolissimo paese con poco più di duecento abitanti.

Questo il tema del dibattito, il cui titolo “Incanto” è l’acronimo che indica Inclusività per il Centro Antico di Osidda, che si è tenuto nello straordinario scenario de S’Iscopalzu alle porte del piccolo centro al confine fra le province di Nuoro e Sassari, che ha visto riuniti il Dipartimento di Ingegneria Civile, ambientale e architettura dell’Università di Cagliari, i comuni di Osidda e Olbia, il Consorzio e la Fondazione di Porto Rotondo e il Distretto 2080 del Rotary International.

Per l’architetto Tatiana Kirova, autrice del primo grande intervento di restauro del Borgo di granito, ben venticinque anni fa, attraverso i fondi del primo Leader Plus della Sardegna, «l’università che si confronta con le testimonianze sul territorio, rappresenta un passo importante, si annullano i confini politici e culturali e, si spiana la strada del confronto e della crescita».

All’incontro hanno preso parte il conte Luigi Donà dalla Rose, il vicesindaco di Olbia Sabrina Serra, Renzo Soro, presidente del comitato etico nazionale dell’Associazione Nazionale Borghi Autentici, il Soprintendente Archeologia, Belle arti e paesaggi per le province di Nuoro e Sassari Bruno Billeci, Massimo Temussi Direttore del centro regionale di programmazione, Giorgio Massacci, direttore del dipartimento di Ingegneria Ambientale e Architettura. In sala numerosi i sindaci del territorio.

«Questi progetti sono molto interessanti e queste azioni, almeno ce lo auguriamo, abbiamo come risultato il riuscire a trattenere nei nostri comuni i giovani, che oggi per esigenze di lavoro emigrano», dice Leonardo Tilocca, sindaco di Burgos, 850 abitanti che negli ultimi 40 anni ne ha perso quattrocento, le azioni di recupero del patrimonio storico sono importantissime.

Titino Cau è sindaco di Illorai, 760 abitanti: «La banca è a rischio chiusura, le scuole tengono ma non si sa ancora per quanto tempo, se mancano i servizi e il lavoro i giovani non possono certo scegliere di viverci; questo progetto è meraviglioso. Pensare che possa essere utilizzato solo a Osidda è un peccato ma, per metterlo in atto, abbiamo bisogno di aiuto da parte della Regione e degli enti preposti alla salvezza di questi piccoli paesi».

Chicco Usai, sindaco di Ussassai, 467 abitanti e il rischio di spopolamento al di la dell’uscio del comune, non ha dubbi: «Ben vengano queste azioni, vere e proprie iniezioni di speranza, utili a rallentare l’inesorabile emorragia che porta via i residenti dai paesi».

«Abbiamo fatto un percorso anomalo nel cercare nuove prospettive per il paese», racconta Serafino Doneddu, sindaco di Osidda. «Abbiamo cercato e trovato il sostegno dell’Università e del Consorzio di Porto Rotondo nella valorizzazione del nostro straordinario patrimonio che è stato sempre il fondamento del nostro essere».

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