Crisi ambientale, guerre, povertà, migrazioni di massa, nuove tecnologie dirompenti che chiamiamo Intelligenza Artificiale. Come va il mondo e come possiamo governare per quanto possibile il suo e nostro futuro?

Ancora una volta ci troviamo a fare una scelta difficile, quella di sviluppare la nostra conoscenza anche quando questa può costituire un pericolo futuro. Queste nuove tecnologie possono essere utili all’uomo ed all’ambiente e possono essere pericolose per la possibilità che chi le possiede possa controllare tutte le attività ed ottenerne il consenso sempre attraverso il controllo che queste tecnologie comportano. Nella storia dell’uomo l’innovazione ha fatto progredire i popoli e li ha resi più forti. Per cui non si può mettere il bavaglio all’innovazione, né prevedere in anticipo come devono essere usate le tecnologie. Ma se ci guardiamo attorno sentiamo parlare di droni che possono prendere decisioni autonome, essere assistenti operativi di caccia bombardieri, diventare dei kamikaze, di guerra cibernetica con robot combattenti, di biotecnologie sotto l’ombrello della AI.

Il rapporto uomo macchina sta cambiando perché ora sono gli algoritmi ad insegnare alle macchine come sostituire l’uomo nel posto di lavoro. Le nuove tecnologie sono semplici o complesse ma possono migliorare la nostra vita e cambiare o distruggere qualcosa di esistente. Il Covid ha cambiato i nostri punti di vista. Le aziende hanno consentito ai lavoratori di lavorare da casa. Gli acquisti hanno potuto essere fatti online, così pure le consegne con droni appositi. Nel frattempo le nuove tecnologie hanno contribuito alla ricerca sui nuovi vaccini mettendo a disposizione tutta la letteratura medica disponibile. Per il momento abbiamo messo da parte lo strapotere dei colossi tecnologici americani. Quindi vediamo se gli strumenti dell’era digitale possono migliorare aspetti della nostra vita. Ma tutto avviene così rapidamente che non facciamo in tempo a studiare e comprenderne gli effetti. In gioco ci sono i “dati” spesso forniti da noi stessi ad alimentare questi strumenti. Come non pensare agli smartwatch che una volta indossati al polso possono eseguire un ECG ed evidenziare se presente una fibrillazione atriale. O Google retina che attraverso una scansione dell’occhio può prevedere malattie cardiovascolari o scovare una retinopatia diabetica. Questi dati non sono più solo nostri. Ma vediamo l’altra faccia della medaglia: il riconoscimento facciale può avere molte sfaccettature. Si chiama società della sorveglianza per l’uso delle telecamere con AI ubiquitaria per controllare a quali contenuti digitali i cittadini possono accedere. Il credito sociale, invece, deriva dall’uso che il Paese fa dei dati raccolti. Per la Banca popolare Cinese nel 2019 a 2,5 milioni di persone per i bassi crediti ottenuti sono stati vietati i viaggi aerei. E poi c’è l’avvento della tecnologia 5G che ha il potere di collegare e prendere i dati di tutte le persone e le cose connesse con i sistemi che hanno un microchip.

In questi giorni è arrivato un nuovo modello di AI, ChatGpt. Rispetto a ciò che conoscevamo questa AI è capace di ascoltare il suo interlocutore e rispondere con un testo scritto. Può vedere le immagini, capire grafici e disegni industriali. Incredibilmente può ancora guardare con competenza una partita di calcio e fare un buon commento giornalistico. In sintesi ChatGpt avrebbe la capacità di scegliere i suoi obbiettivi ed avere un comportamento indipendente da quanto avrebbero immaginato i suoi programmatori. Stiamo andando verso un livello di coscienza artificiale?

Antonio Barracca

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