Tutto cambia. A volte improvvisamente, a volte impercettibilmente, ma comunque il cambiamento è inesorabile. È quello di cui si rendono conto Vela e i suoi amici Best, Paolino e Ivan nell’estate del 1989, quando hanno quattordici anni. In quei mesi estivi si muovono ai margini di una città, Milano, che sta mutando. Non è più la grande città operaia e industriale di qualche anno prima e non è ancora qualcos’altro. E anche Vela e i suoi amici sono di passaggio, in bilico tra l’essere bambini e adolescenti. Intanto per trascorrere il tempo oziano in una casetta diroccata vicino a una discarica nella periferia di Milano. Qui possono rifugiarsi a fumare, ascoltare musica e leggere giornaletti e tutto trascorrerebbe lento fino a settembre se non che un giorno trovano il cadavere di un ragazzo sconosciuto, morto di overdose. Invece di denunciare il ritrovamento, decidono di nascondere il corpo per non dover rinunciare per sempre alla loro tana. Quel cadavere diventa il loro segreto, un segreto che diventa colpa e che alla lunga non dà tregua a nessuno di loro fino a segnare per sempre la loro amicizia.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Romanzo breve, spiazzante e incisivo, Mentre tutto cambia (Manni Editori, 2021, pp. 144, anche e-book) riesce a restituirci pienamente le inquietudini e le incoscienze dell’adolescenza. All’autore, Fabio Guarnaccia, chiediamo prima di tutto come mai ha scelto proprio l’estate del 1989 come momento topico di cambiamento:

“Alla fine degli anni Ottanta stava mutando profondamente Milano. In periferia molte delle grandi fabbriche milanesi stavano chiudendo e altre erano già abbandonate. Questi spazi non erano stati ancora riqualificati oppure messi a disposizione dell’edilizia abitativa ed erano quindi terre di nessuno. Nel mio libro ‘fotografo’ il momento in cui la città non si era ancora riappropriata di questi spazi, che venivano riempiti da discariche e umanità di vario genere. La mia è un’istantanea perché nel giro di poco tempo quegli spazi sarebbero scomparsi, sarebbero cambiati rapidamente come i ragazzini protagonisti del libro”.

In cosa cambiano i protagonisti del suo libro?

“Intanto sono entrati nell’adolescenza, un’età della vita in cui tutto muta freneticamente. E sentono di voler cambiare le cose, sentono il bisogno di novità, anche se magari non riescono bene a focalizzare i loro desideri o magari non riescono a inseguirli fino in fondo. Nello stesso tempo vivono un’esperienza drammatica, quella dell’incontro con il ragazzo morto di overdose, che li costringe a confrontarsi con la morte, a prendere delle decisioni che poi segneranno non solo la loro estate, ma anche la loro interiorità, tanto da portarli ad allontanarsi sempre di più gli uni dagli altri”.

Il 1989 è l’anno della caduta del Muro di Berlino, anno di rivolgimenti. Quanto di questi eventi ritroviamo nel suo romanzo?

“Sicuramente la discarica del libro ha un valore simbolico. Qui ci finiscono le macerie concrete di una città, Milano, per cui stavano finendo i lustrini e le paillettes degli anni Ottanta, la famosa Milano da ‘bere’. E metaforicamente nella discarica finiscono le ideologie del Novecento rappresentate dal padre di Vela, che è impegnato politicamente, ma sembra non essere più al passo coi tempi”.

Con gli anni Ottanta finiscono anche le grandi aggregazioni, dettate dalla politica, dalla musica, dalle lotte per i diritti. In che modo questo cambiamento c’entra con il suo libro?

“Non è una cosa voluta, né studiata a tavolino, ma sicuramente rileggendo il mio libro dopo qualche mese ho avvertito che parlavo anche della fine del sentimento di aggregazione che era tipico degli anni Settanta e Ottanta. Sicuramente i miei protagonisti non riescono più a far gruppo dopo l’estate del 1989, non riescono a condividere e ad elaborare assieme il senso di colpa che ognuno di loro si porta dentro. Si rifugiano nell’individualismo che sarà poi la cifra dominante degli anni Novanta. Un individualismo che in qualche modo ci accompagna fino a oggi”.

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