"No agli allevamenti in gabbia", la petizione europea che è anche una mostra
"End the cage age/Mettiamo fine all'era delle gabbie" è il titolo della campagna arrivata anche a RomaUna petizione europea per evitare sofferenze agli animali, ma volta anche a tutelare la nostra salute.
"End the cage age" (mettiamo fine all'era delle gabbie), questo il titolo della campagna, è arrivata anche a Roma, legata ad un'omonima mostra inaugurata dal ministro Giulia Grillo.
L'iniziativa, lanciata meno di un mese fa, raccoglie 19 associazioni italiane e altre 130 associazioni europee, e ha già raccolto 100mila firme. L'obiettivo è di raggiungerne un milione nell'arco di un anno e spingere così la Commissione europea ad esprimere un parere sull'argomento.
La richiesta è legata a un nuovo filone delle campagne animaliste, che in sostanza riassume il proprio messaggio in: se proprio non si può evitare la carne, si faccia almeno in modo che gli animali, sino alla macellazione, abbiano vissuto bene.
E questo non certo in una logica di arrendevolezza di fronte alle più comuni abitudini, ma piuttosto anche verso una maggiore tutela del benessere di chi, i prodotti della macellazione, li consuma abitualmente.
Le gabbie riservate all'allevamento degli animali, in particolare, sono spesso anguste e dunque veicolo di infezioni e malattie. Per far fronte a ciò gli animali vengono trattati con antibiotici, che passano però nel loro e nostro organismo. Con tutte le conseguenze del caso.
In esposizione a Roma le crude immagini che mostrano la violenza di questa pratica, che riguarda 300 milioni di animali in Europa e 50 in Italia.
"Animali – sottolinea la Lav - che trascorrono anche l'intera vita senza poter esprimere i comportamenti che sono per loro naturali: le galline non possono stendere le ali, i conigli non possono stare sulle zampe posteriori, le quaglie non possono volare. Per questo il movimento si è raccolto compatto nella più grande coalizione mai riunitasi per un’iniziativa europea dei cittadini".
(Unioneonline/v.l.)