Ricercatori, studiosi, archeologi ma anche testimoni, o anche solo divulgatori della conoscenza di un patrimonio culturale e archeologico unico della città antica romana di Turris Libisonis. Le ultime scoperte  archeologiche nel territorio del comune di Porto Torres al centro della due giorni del convegno dal titolo “Navigum Isidis: i culti orientali a Turris Libisonis tra portualità e scambi culturali” che si è concluso nel pomeriggio, 6 marzo, presso la sala Filippo Canu a Porto Torres. Oltre 30 studiosi da tutta la Sardegna e dal resto d’Italia hanno relazionato con l’obiettivo di promuovere e valorizzare lo studio della Colonia Iulia Turris Libisonis e dei suoi rapporti con l’Egitto e il Mediterraneo Orientale, evidenziando il ruolo chiave dell'antica città di Porto Torres nel commercio e nella diffusione dei culti orientali durante l'epoca imperiale. Dalla Domus dei Mosaici Marini, ai culti orientali con attestazioni epigrafiche e fino alle tracce della navigazione antica nel Golfo dell’Asinara.  «Prima di raggiungere il Mar Mediterraneo – spiega l’archeologa Gabriella Gasperetti – le navi giungevano in prossimità delle coste sarde dove dovevano affrontare due stretti particolarmente insidiosi, come Capo Falcone di Stintino e l’Asinara, superati i quali, attraverso il Golfo si raggiungevano le attuali ,Bocche di Bonifacio , anch’esse dense di pericoli, come  testimoniato dai ritrovamenti subacquei e dai relitti». Le pi antiche tracce di navigazione ne Golfo dell’Asinara sono date da ritrovamenti sommersi di epoca arcaica, mentre con l’età romana le testimonianze si intensificano fino ad interessare il Mediterraneo.  L’evento è stato organizzato dal Comune di Porto Torres e dal Centro Studi di Egittologia e Civiltà Copta “J.F.Champollion” con sede a Genova e il Cairo, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Sardegna e la Soprintendenza ABAP per le Province di Sassari e Nuoro e con il patrocinio de “La Rotta dei Fenici", Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa.

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