Il canto millenario dei pastori sardi sarà al centro del progetto "Modas" per la tutela e promozione del canto a tenore nel rispetto delle sue espressioni locali, presentato oggi all'Istituto superiore entografico regionale (Isre) di Nuoro.

Il progetto, in linea con i dettami dell'Unesco che ha elevato il canto a tenore a patrimonio culturale immateriale dell'umanità, è finanziato dal Ministero della Cultura e realizzato dall'Isre in collaborazione con le associazioni "Tenores Sardegna", "Boches a Tenore" e "Campos" e ha come finalità lo studio, la salvaguardia e la promozione del canto a tenore.

Il lavoro inizia con le prime attività di documentazione audio-visiva ed etnografica e un censimento in tutte le comunità sarde in cui le quattro voci gutturali si esibiscono. Uno studio che finora ha portato alla luce 3.600 cantori e un centinaio di paesi in cui è più diffusa questa tradizione. Si tratta dei paesi dell'area storica del Nuorese le cui roccaforti sono a Orgosolo con 280 cantori, Nuoro con 250 e Oliena con 230, con diramazioni in Baronia, nell'Oristanese e nel Sassarese.

Le prime attività del progetto prevedono la creazione di una rete di comuni e associazioni che al momento è stata portata avanti in dieci paesi con la raccolta di diverse interviste e più di 140 video del canto a tenore disponibili sul sito di Modas e sul canale Youtube dedicato. A questo seguirà la fase di divulgazione del materiale su internet, radio e tv.

"Il progetto Modas si fonda sulle peculiarità del canto a tenore di ogni paese e del proprio stile, ognuno dei quali compone questo incredibile mondo sardo del canto a più voci - spiega il responsabile tecnico scientifico del progetto Diego Pani -. Per la salvaguardia delle differenze dobbiamo documentare, divulgare e includere tutte le peculiarità che abbiamo all'interno delle comunità sarde" .

"Il nostro compito è stato quello di coordinare il censimento di migliaia di cantori e proseguiremo nel coinvolgimento di tutti i paesi e le associazioni dove è viva la tradizione degli antichi cantori - chiarisce Sebastiano Pilosu, responsabile della Rete del canto a tenore -. Lavoreremo a fianco dell'Isre che sovrintende al lavoro di tutela così come ci chiede l'Unesco, andando nei paesi dove cercheremo di rivitalizzare i canti all'interno dei bar, sedi storiche dell'esibizione dei cantori. Crediamo che questa attività sia anche come una piccola diga contro lo spopolamento del centro Sardegna dove il canto a tenore funge da aggregatore sociale". 

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata