Liz è una scrittrice di successo, ha trentaquattro anni ed è appena uscita da un matrimonio fallito, a cui ha fatto seguito una storia appassionata con un ragazzo, David. Non avendo elaborato la fine della precedente relazione, si butta a capofitto in questo rapporto, sviluppando una dipendenza affettiva: “La dipendenza è una caratteristica delle storie d’amore basate sull’infatuazione. Tutto ha inizio quando l’oggetto della tua adorazione ti concede una inebriante, allucinogena dose di qualche cosa che non hai mai ammesso di desiderare - una pera emotiva fatta di amore tempestoso è sconvolgente eccitazione. Sei arrivata alla fase finale dell’infatuazione: la totale e spietata svalutazione di te stessa”.

Liz si sente triste e svuotata. Il divorzio la mette a dura prova e per questo finisce per lasciare anche David. Rimasta single, si ritrova a riprendere in mano la sua vita e a fare i conti con la tanto temuta solitudine: “Cercavo d’imparare a vivere da sola, e quello fu l’inizio di un cambiamento interiore […]Per anni ero stata un soldato obbediente – avevo lavorato, prodotto, rispettato le scadenze, mi ero presa cura dei miei cari […] La vita è forse fatta solo di doveri? Così smisi di costringermi a scegliere - Italia? India? Indonesia? - e ammisi che volevo conoscere tutti e tre i Paesi ”.

E così decide di lasciare New York e di mettersi in viaggio: giunge in Italia per imparare l’arte del mangiare bene; va in India per scoprire la meditazione e la devozione; e, infine,  in Indonesia per acquisire l’arte di amare se stessa.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

La depressione che l’ha devastata per lungo tempo, tuttavia, continua a inseguirla: “Mi domanda se ho qualche motivo per essere felice. Mi domanda perché stasera sono di nuovo sola. Mi domanda (per la centesima volta) perché non riesco a far durare le mie relazioni sentimentali […] Mi domanda perché non so organizzarmi una vita normale, perché non abito in una bella casa e non allevo dei bei bambini come qualsiasi rispettabile donna della mia età”. 

E così Liz, in ogni tappa di questi viaggi, va alla ricerca di sé, per riscoprirsi ed elaborare il suo dolore. Quando acquisisce l’arte della meditazione, impara a prestare ascolto alla sua voce interiore e a seguire i suoi desideri: “All’inizio della mia esperienza spirituale, non sempre mi fidavo di quella saggia voce interiore. Quanto a me, l’ostacolo principale nella ricerca del piacere era un radicato, puritano senso di colpa. La domanda era: merito davvero questo piacere? […] non dovevo fare altro che domandare a me stessa: "Che cosa ti piacerebbe fare oggi, Liz? Dove ti porta la tua ricerca del piacere?”.

Liz comincia a colmare il suo vuoto interiore con la pienezza della vita e capisce che non deve più usare i sentimenti di un’altra persona per appagare i suoi desideri insoddisfatti: “Ho scelto la felicità al posto della sofferenza”. Nell’ultima tappa del suo viaggio, infatti, giungerà a fare definitivamente i conti con se stessa e con la sofferenza del suo passato:  “Ho guardato in faccia ogni pensiero, ogni ‘unità’ di tristezza, ne ho riconosciuto l’esistenza e ho provato (senza tentare di eluderlo) il suo carico di dolore. E poi a ciascuno ho detto: «Va bene. Ti amo. Ti accetto. Adesso vieni nel mio cuore. è finita”.

IL LIBRO – “Mangia, prega, ama” è un libro di Elisabeth Gilbert, edito da BUR Rizzoli.

In questa storia autobiografica, si ritrovano le tappe di un viaggio che conducono la protagonista alla scoperta di sé. È un libro che ci insegna a comprendere l’importanza di ascoltare i nostri bisogni, spesso trascurati per lasciare spazio al benessere degli altri che ci circondano. La protagonista, infatti, apprende la capacità di sintonizzarsi con la sua voce interiore e i suoi desideri; riesce a far pace con il senso di colpa e inizia ad accettarsi in tutta la sua pienezza: il solo modo per poter raggiungere una felicità autentica.

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