È la villa di Michelangelo Antonioni a Costa Paradiso, comune di Trinità d'Agultu, il tesoro più votato in Sardegna nella classifica provvisoria dei "Luoghi del cuore" Fai.

Lanciato il 6 maggio, dopo due mesi di isolamento forzato, il censimento ha registrato fin dai primi giorni buoni riscontri: a una settimana dal via erano arrivati al FAI più di 100mila voti e oggi, dopo due mesi e mezzo, sono oltre 650mila, più del doppio rispetto a quelli registrati a luglio della precedente edizione.

La villa di Antonioni, oggi in uno stato di completo abbandono, è un pezzo di architettura contemporanea.

Nel 1964, durante le riprese di "Deserto Rosso" sull'isola di Budelli, il regista conobbe l'imprenditore che stava acquistando dei terreni sul mare per il progetto turistico di Costa Paradiso, in Gallura. Il progetto della casa venne commissionato all'architetto Dante Bini, che la compagna Monica Vitti aveva conosciuto a Cortina d'Ampezzo. L'architetto aveva negli stessi anni brevettato la binishell, un ingegnoso sistema per realizzare semisfere in cemento armato sollevando e gonfiando con la sola pressione dell'aria materiali posati a terra.

Antonioni e Vitti si appassionarono all'idea e nel 1970-71 sorse così "La Cupola", perfettamente integrata nell'ambiente naturale.

Frequentata da attori e registi all'epoca dell'amore tra Antonioni e la Vitti, vincolata dal 2015 come bene di valenza storico-artistica dal Ministero per i Beni Culturali e il Turismo e celebrata su riviste come Domus e da architetti del calibro di Rem Koolhas, la villa, di proprietà degli eredi del regista, è oggi esposta al degrado, ai furti e agli atti vandalici.

Il comitato "La Cupola di Dante Bini per Michelangelo Antonioni", composto da un gruppo di architetti, chiede il recupero e la valorizzazione del gioiello.

(Unioneonline/v.l.)
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