Il più grande museo diffuso d'Italia riapre le porte.Torna domenica 22 maggio la Giornata Nazionale dell'Associazione Dimore Storiche Italiane, giunta quest'anno alla XII edizione. Anche alcuni luoghi esclusivi sardi saranno visitabili gratuitamente, per immergersi in un patrimonio perno dello sviluppo sostenibile a lungo termine del Paese.

Fra i “gioielli” da non perdere il suggestivo convento seicentesco edificato a Cagliari sui resti di una domus romana e trasformato nel 1800 in residenza di campagna dalla nobile famiglia Carboni. 

E ancora, alle porte di Cagliari in quello che un tempo fu l'isolotto di Sa Illetta, c'è anche la chiesa di San Simone e l'annessa fattoria. Un pezzo di storia da scoprire: il primo impianto, che risale alla metà del XVI secolo, fu ampliato successivamente con l'aggiunta di un secondo piano.

Un'altra dimora che ha molto da raccontare è Villa Vivaldi Pasqua, nel cuore di Cagliari. Una volta era in piena campagna: nasce alla fine del Settecento tra le vigne e gli orti che si estendevano ai margini del quartiere di Villanova. La villa appartenne a don Pietro Vivaldi, marchese di Trivigno e Pasqua. I Vivaldi vennero in Sardegna alla fine del Seicento per gestire tutte le tonnare sarde date in concessione dal re spagnolo e poi sabaudo.

L'apertura al pubblico di questi tesori "è un'occasione per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per il tessuto socio-economico del Paese - spiegano i promotori dell'iniziativa - Il loro indotto, infatti, genera un impatto positivo su moltissime filiere. Molte poi sono le figure professionali che gravitano intorno ad una dimora, mestieri dal sapere antico, artigiani, restauratori, maestri vetrai, sempre più difficili da reperire. Un patrimonio, quello delle dimore, tramandato a noi attraverso i secoli anche grazie ad opere di restauro e mantenimento, i cui costi gravano unicamente sui proprietari ma dai quali deriva la qualità dei centri nei quali tali beni insistono". 

(Unioneonline/v.l.)

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