Dobbiamo prendere atto che nei Paesi più ricchi l’invecchiamento della popolazione si accompagna ad un aumento della solitudine.

Pochi dati: la popolazione italiana con più di 65 anni era l’11 % nel 1989, oggi rappresenta il 30. Le famiglie con uno solo componente sono nel nostro paese il 30% ed in Svezia hanno quasi superato il 50. Il Giappone sta conoscendo un vertiginoso incremento delle donne single. È interessante pertanto guardare ad alcuni aspetti che questi fenomeni stanno determinando.

Sempre in Giappone, ma non solo, la disgregazione del modello familiare tradizionale comporta che trovare una famiglia con genitori, zii, nipoti e nonni è un’impresa difficile. Ma non si sono scoraggiati. Hanno pensato che prendere a prestito gli affetti familiari che mancano potrebbe aiutare a superare la solitudine. Attorno a questa considerazione si è creato un business florido ed in ascesa. Sono molte le aziende di questo settore come “Rent a Family”, dove ci si rivolge per “noleggiare” un padre, un’amica, una nonna.

Altre agenzie del settore sono “Family Romance”, e “Client Partners”. “Family Romance” è una delle principali agenzie di questa industria ed ha un giro d’affari di quasi 4 milioni di euro. Ha sede a Tokyo, ma ha una rete capillare sul territorio nazionale di circa 1500 collaboratori. Noleggiare una famiglia per 4 ore costa 153 euro, un amico in affitto per 3 ore 92 euro, mentre noleggiare una coppia, sempre per 3 ore, costa 115 euro. “Client Partners” si è specializzata nel noleggiare figure familiari esclusivamente femminili.

Il mondo digitale comunque non poteva restare a guardare passivamente questi cambiamenti sociali. Lo aveva già fatto a cominciare dagli anni 90. Il primo gennaio del 1997 veniva messo in commercio il Tamagotchi. Aveva l’aspetto di una console in miniatura, in forma di uovo, con un piccolo schermo e un’interfaccia composta da tre tasti. Il gioco era un simulatore di vita perché il giocatore deve controllare una o più persone artificiali. Lo scopo era quello di non far morire l’animaletto che si agitava nel display provvedendo al suo nutrimento, alle coccole, al riposo e all’attività ludica. È stato nel suo piccolo, già d’allora, un amico artificiale e ne furono veduti più di 82 milioni di esemplari.

Con Chat bot, chatbot nei paesi anglosassoni, s’intende un programma autonomo che nelle reti sociali fa credere all’utente di comunicare con un’altra persona umana. Alcune di queste chatbot hanno doti e caratteristiche di affective computing, dell’informatica affettiva, che secondo gli sviluppatori animerà i robot destinati a prendersi cura di anziani, bambini, malati. Prendono lo spunto dal bisogno di tanti di un rapporto di amicizia vera e la possibilità di sentirsi connessi e apprezzati. Una di queste, la più conosciuta, è Replika scaricata da più di 7 milioni di persone. Una volta installata l’applicazione, il bot comincia a fare domande.

L’Intelligenza Artificiale, ovviamente ascolta le risposte e ascoltando impara cercando di adattarsi alla personalità dell’interlocutore con lo scopo di creare una relazione a lungo termine. Ma attenzione dopo le fasi di apprendimento l’ambito della conoscenza del bot è pronto a dare solo le risposte che ci attendiamo. Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la letteratura, ha pubblicato Il libro “Klara e il Sole”. Klara è un androide B2 che promette di dedicare tutto il suo talento al piccolo amico che la sceglierà. Klara sa riprodurre il modo in cui impariamo ad amare. Siamo già dentro una grande distopia?

Antonio Barracca

(Medico – Cagliari)

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