«A Turris Libisonis l’iscrizione più antica dedicata alla dea Iside, nell’Isola in particolare ci sono tracce dei rapporti con Roma portus e Ostia, dove vengono citati i turritani, quindi la conferma che i mercatores portavano il culto e soprattutto la Sardegna era una delle attrici principali di questa diffusione e di queste credenze».

Così il direttore del Centro Studi di Egittologia Civiltà Copta “J.F.Champollion”, Giacomo Cavillier, che ha moderato la prima giornata del congresso “Navigum Isidis: i culti orientali a Turris Libisonis tra portualità e scambi culturali” che si è tenuto questa mattina presso la sala Canu a Porto Torres.

L’evento  stato organizzato dal Comune di Porto Torres e dal Centro Studi di Egittologia e Civiltà Copta “J.F.Champollion” con sede a Genova e il Cairo, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Sardegna e la Soprintendenza ABAP per le Province di Sassari e Nuoro e con il patrocinio de “La Rotta dei Fenici", Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa.

Oltre 30 studiosi da tutta la Sardegna e dal resto d’Italia si sono dati appuntamento nella sala congressi “Filippo Canu”, in Corso Vittorio Emanuele II, per un’intensa due giorni di dibattiti, incontri e momenti formativi con l’obiettivo di promuovere e valorizzare lo studio della Colonia Iulia Turris Libisonis e dei suoi rapporti con l’Egitto e il Mediterraneo Orientale, evidenziando il ruolo chiave dell'antica città di Porto Torres nel commercio e nella diffusione dei culti orientali durante l'epoca imperiale.

Al convegno, aperto dai saluti istituzionali del sindaco Massimo Mulas, del presidente del consiglio comunale Franco Satta, da Giacomo Cavillier, dell’assessora comunale alla cultura Maria Bastiana Cocco e del soprintendente ABAP Bruno Billeci, hanno preso parte le autorità civili, militari e religiose del territorio.

Per il sindaco Mulas «si tratta di una manifestazione importante che permette a questa città di ritornare agli antichi fasti per conoscere le potenzialità di allora e che forse abbiamo perso nel tempo, dunque i culti orientali all’interno di una città portuale ben collocata nel Mediterraneo ben 2000 anni fa e che cerca di ritrovare la stessa dignità per il futuro».

Franco Satta sottolinea che «questo è il primo convegno internazionale che parlerà degli ultimi ritrovamenti fatti a Porto Torres, un aggiornamento di carattere culturale che parte dall’ara di Bubastis con i segni del rito dedicato a Iside e e Osiride rinvenuta a Turris». 

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