“Vado per gli ottanta. L’ultima partita l’ho giocata che non ne avevo trentadue, e sarà anche vero che dura un attimo la gloria ma poi portarsela dentro per tutto questo tempo senza più la possibilità di rinverdirla è durissima. Anche un po’ crudele”.

Così inizia “Mi chiamavano Rombo di tuono” il libro che Rizzoli manderà nelle librerie dal 1 novembre e che porta la firma dell’uomo che al microfono di Gigi Garanzini (firma storica dello sport italiano) racconta chi è stato e chi è ora: Luigi Riva. E subito il paragone vola verso quel successo planetario che fu (ed è) “Open” a firma di Andre Agassi che ebbe come confessore il cronista e scrittore americano JR Moehringer.

La copertina (foto concessa)
La copertina (foto concessa)
La copertina (foto concessa)

Ed ecco duecento pagine in cui Gigi si racconta senza omissioni, mettendoci la firma che vale quanto la faccia. Nessuna speculazione ma le sue parole, il vangelo laico di un uomo che è diventato leggenda in vita. Quello che c’è scritto è la sua versione dei fatti, i fatti della sua vita. Non interpretati ma vissuti. Punto e basta. Va detto che questa opera rischia di essere un unicum.

Erano anni che le case editrici si dannavano nel cercare di convincere il numero 11 del Cagliari dello scudetto, il bomber nazionale, il ragazzo dall’amore incontrastato per una terra e i suoi isolani, a firmare una biografia. Ma tutte tornavano con le pive nel sacco.

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