Un ampio spiazzo con una fontana monumentale, un quartiere residenziale-artigianale e tratti di strada perfettamente conservati. Sono i tesori straordinari che gli archeologi dell'Università di Cagliari, sotto la direzione scientifica di Simonetta Angiolillo e Marco Giuman, hanno portato alla luce durante la campagna di scavo appena conclusa a Nora.

Si tratta di tasselli che completano l'articolata topografia della città romana e le conoscenze sulle sue vicende insediative.

Riorganizzata secondo schemi urbanistici che vantano confronti nel Nord Africa, Nora fu fondata dai punici nel sito che dal IX secolo a.C. ospitò un emporio fenicio e fu abitata in maniera continuativa (il terminus è confermato dai recenti scavi) almeno sino al VI sec. d.C.

I ritrovamenti sono stati fatti nei terreni che sino a 5 anni fa erano preclusi alle indagini perché ricadenti nell'area militare a destra di chi entra nel parco archeologico.

La campagna di scavo degli specialisti sardi, che ha contato sul supporto logistico del Comune di Pula, è iniziata il 19 giugno e si è conclusa il 28 luglio. Riprenderà la prossima estate.

A partire da settembre, secondo un progetto di collaborazione collaudato, i lavori saranno svolti - in settori differenti rispetto a quelli indagati dall'équipe di Cagliari - dalle Università di Padova, Genova e Milano.

LE INTERVISTE AGLI ARCHEOLOGI:

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