L'ironia di Fellini, l'entusiasmo incontenibile di Benigni, il fulminante "fuck you" di Antonioni a Jack Nicholson "che faceva un po' troppo lo splendido": sono questi solo alcuni dei ricordi e aneddoti vissuti da Vicenzo Mollica, cronista italiano agli Oscar, e contenuti nel libro "L'italia agli Oscar" (Luce Cinecittà /Edizioni Sabinae), a cura di Steve della Casa e realizzato in occasione dello storico accordo per una partnership almeno quinquennale fra Istituto Luce Cinecittà e il Museo dell'Academy of Motion Pictures di Los Angeles.

Mollica ha seguito la prima edizione degli Oscar da inviato a Los Angeles trent'anni fa: "Era candidato Peppuccio Tornatore, con Nuovo cinema Paradiso ed erano 15 anni che l'Italia non vinceva come miglior film straniero. Quando vinse Giuseppe era felicissimo, anche se non ebbe il tempo di parlare sul palco dopo il produttore Franco Cristaldi, riusci solo a dire grazie" racconta il maestro del giornalismo alla presentazione del libro.

Tra gli eventi indimenticabili l'Oscar alla Carriera all'amico Federico Fellini: "Quando è arrivato a Los Angeles, l'Academy gli ha fatto trovare un trono e tutti, da Billy Wilder in giù andavano a rendergli omaggio. Lui, ironico come sempre, quasi li benediva", dice Mollica.

E poi la storica vittoria di Roberto Benigni per "La vita è bella" (miglior film, miglior attore protagonista e la colonna sonora a Nicola Piovani, ndr): "Quel momento straordinario nel quale Benigni arriva sul palco saltando sulle sedie è diventato uno degli spot simbolo dell'Academy", commenta sorridendo Mollica. "Nei giorni successivi, andai con Benigni a New York, e c'erano tassisti che quando lo vedevano gli urlavano 'Roberto!'. Lui per loro improvvisava un balletto in mezzo alla strada".

Un'altra grande emozione le candidature postume a Massimo Troisi per "Il postino": "Si riunirono le fidanzate di Massimo, che si sentivano tutte a loro modo vedove. E mi tornò in mente quando lui mi aveva raccontato per ore del progetto de 'Il Postino', in un'osteria di Roma. Mentre stavamo mangiando entrò all'improvviso Al Pacino con due sgallettate... e lo misero a mangiare in un posto più riservato".

Il giornalista era a Los Angeles anche per la vittoria di Sorrentino: "È stata bellissima anche quella, oltre che inattesa. Il film era stato molto amato ma non si pensava che vincesse. Poi Sorrentino fece una dedica strepitosa, da Fellini a Maradona... che gli vuoi dire di più?".

Sulla copertina del libro, Mollica e Della Casa hanno voluto Anna Magnani: "È la numero uno assoluta, rappresenta il cinema in tutte le sue forme, è l'Italia, ed è stata la prima donna italiana a vincere un Oscar. Tutti i grandi protagonisti del cinema l'hanno sempre amata e rispettata. C'è un inchino da fare a questa donna così generosa e straordinaria, che ha regalato al cinema pagine di vita".

(Unioneonline/v.l.)
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