C'è ancora qualcuno che crede nelle potenzialità dell'imprenditoria italiana, si chiama Giulia Baccarin, è una 36enne veneta, ingegnere biomedico e fondatrice delle società MIPU e I-Care, specializzate nell'aiutare start-up e imprese a inserirsi sul mercato globale e prevedere incidenti tecnici attraverso le nuove tecnologie, l'uso dei big data e dell'intelligenza artficiale.

Una storia di successo al femminile che ripaga l'Italia dell'amara fuga di cervelli e potrebbe essere un volano per altri imprenditori coraggiosi con un sogno innovativo nel cassetto. Nel caso di Giulia Baccarin l'idea di partenza è stata quella di applicare alla produzione industriale la scienza e la tecnologia predittiva, per impostare strategie vincenti e anticipare gli ostacoli, i rischi e i guasti connessi alle specifiche attività, con un tanto di brevetto esclusivo sul mercato.

Un campo in pieno sviluppo, nel quale l'imprenditrice e i suoi soci sono diventati leader a livello europeo, con un fatturato di 4 milioni e mezzo di euro nel solo 2016. Del resto, sostiene la stessa Baccarin, proprio l'innovazione scientifica e le sue applicazioni nei vari campi di attività dell'uomo saranno la vera chiave del futuro.

“Connesse e predittive, così devono essere oggi le aziende (...). I nostri interlocutori, i clienti delle nostre aziende, sono sensibili all’innovazione, ma allo stesso tempo hanno bisogno di ottenere risultati”, sostiene l'imprenditrice che oggi è diventata un punto di riferimento per gli aspiranti imprenditori nel campo delle nuove tecnologie.

(Redazione Online/b.m.)
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