L'archivio dello scrittore George Orwell tra i patrimoni dell'Unesco
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Manoscritti, lettere, note di lavoro, fotografie e un taccuino del 1943 con le bozze del libro "1984" sono solo alcuni dei tesori appartenuti allo scrittore George Orwell e ora ammessi dall'Unesco nel registro della Memoria del Mondo, l'equivalente archivistico-documentale dell'elenco di luoghi e monumenti Patrimonio dell'Umanità.
Una sorta di archivio della memoria interamente dedicato al linguaggio dell'uomo e ai documenti che lo fissano nella memoria, si tratti di testi, rappresentazioni grafiche, spartiti musicali, audio o filmati.
L'archivio personale dello scrittore inglese era stato candidato dall'University College di Londra al registro della Memoria e ora va ad aggiungersi a documenti come la "Magna Carta", la "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo", il "Diario" di Anna Frank e i primi film dei fratelli Lumiere.
Nelle motivazioni dell'ammissione di Orwell al patrimonio dell'Unesco si legge che l'autore "ha avuto un'influenza profonda sul pensiero umano in tutto il mondo; influenza che rimane ancora oggi potente. (...) Raro trovare analisi su fatti d'attualità anche nel 21° secolo che non menzionino Orwell e le sue teorie. I suoi documenti personali sono unici e insostituibili e in caso di loro perdita l'umanità sarebbe indubbiamente più povera".
(Unioneonline/b.m.)