Una vita sulla scena quella dell'attore ciociaro, a cui Roma dedica la mostra omaggio "Mastroianni", all'Ara Pacis fino al prossimo 17 febbraio.

Un evento in cui scorrono le immagini pubbliche e private dell'attore, raccolte dal curatore Gian Luca Farinelli tra i fondi della Cineteca di Bologna, degli archivi Rai e Luce e di un fondo familiare. Ritratti, cimeli, foto di scena e ricordi del protagonista di più di cento film, ambasciatore del cinema italiano nel mondo tra gli anni '40 e la fine degli anni '90, tre volte candidato agli Oscar e vincitore di due Golden Globe, svariati David di Donatello, due Coppe Volpi e tre premi per la miglior interpretazione al Festival di Cannes.

"Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista", diceva di sé Mastroianni, rubando una battuta a un film dell'amico Federico Fellini, a sintetizzare quell'atteggiamento di umiltà che è stato uno dei suoi tratti distintivi, nonostante la fama internazionale.

La celebre sequenza de "La dolce vita" alla Fontana di Trevi (Courtesy Cineteca di Bologna/Reporters Associati)
La celebre sequenza de "La dolce vita" alla Fontana di Trevi (Courtesy Cineteca di Bologna/Reporters Associati)
La celebre sequenza de "La dolce vita" alla Fontana di Trevi (Courtesy Cineteca di Bologna/Reporters Associati)

Un successo che l'attore ha sempre attribuito alla fortuna e al caso più che a meriti straordinari, mentre la critica lo osannava per la naturalezza con cui sapeva passare dal registro comico di film come "I soliti ignoti" o "Divorzio all'italiana", a quello intimo e malinconico di pellicole come "Oci ciornie", "La dolce vita" e "Una giornata particolare", passando per l'onirico "8 e mezzo".

Un'attenzione particolare è data poi alle sue esperienze teatrali, perché proprio dal teatro ha avuto inizio la sua memorabile carriera, con l'ingaggio di Luchino Visconti nella trasposizione di "Un tram chiamato desiderio", in cui divide il palco con l'altro nastro nascente Vittorio Gassman.

Da lì il passo al grande schermo, diretto da registi come Luciano Emmer, Mario Monicelli, Mario Camerini, Dino Risi, Luigi Comencini, Carlo Lizzani, Giuseppe De Santis e Alessandro Blasetti, che avvia il sodalizio irresistibile con Sophia Loren che sarà reso immortale da Vittorio De Sica.

Bravura, sì, ma anche un fascino magnetico, sul set come nella vita privata, divisa tra il legame matrimoniale mai rotto con Flora Carabella e tante grandi storie d'amore con colleghe come Faye Dunaway e Catherine Deneuve - che gli ha dato la figlia Chiara - e poi con Anna Maria Tatò, sua compagna di vita fino al giorno della scomparsa.

Mastroianni e Fellini sul set de "La città delle donne" (Courtesy Cineteca di Bologna/Reporters Associati)
Mastroianni e Fellini sul set de "La città delle donne" (Courtesy Cineteca di Bologna/Reporters Associati)
Mastroianni e Fellini sul set de "La città delle donne" (Courtesy Cineteca di Bologna/Reporters Associati)

Da non perdere, poi, all'interno della mostra, la sezione dedicata al rapporto speciale con l'alter ego Federico Fellini e ai tanti capolavori girati insieme.

(Unioneonline/b.m.)
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