Ci hanno sempre saputo fare, le donne, con i delitti. Non mi si fraintenda: quelli di celluloide, anche perché nella realtà, nel mondo cattivo e violento, là fuori, la predisposizione ad ammazzarsi a vicenda è, a ogni latitudine, appannaggio maschile. In questo senso, c’è l’incipit di un bellissimo racconto di Raymond Chandler contenuto nella raccolta “Vento rosso”. E, se non bastasse quello, ci sono le statistiche, i numeri secchi e freddi, che certificano come l’impiego della forza bruta nella risoluzione di conflitti sociali e globali sia un’attitudine a cui tendono molto più i Mario, i John e i Bernard che non le Jessica e le Celine. Ma, nel giallissimo e nerissimo universo dei crimini letterari la partita a chi ne fa fuori di più, nei modi e nei tempi più disparati, termina senz’altro in pareggio. Senza essere banali, e citare quella vecchia signora inglese che ne ha sterminato più delle due guerre mondiali, alcuni nomi dalla variegatissima lista di Lady Delitto sono esemplari nel mondo della crime fiction: da Craig Rice a Ruth Rendell, da Lillian ‘O Donnel a Sue Grafton e da Kim Wozencraft a Dorothy Uhnak. In Italia, poi, questo filone gode davvero di ottima salute, e, alle note Rosa Teruzzi, Gabriella Genisi e Patrizia Rinaldi – per citarne tre – andrebbe senza ombra di dubbio aggiunta, con il suo “Ostaggio” (Castelvecchi), la nostra Maria Francesca Chiappe, cronista de L’Unione Sarda e già autrice, con lo stesso editore, di quel “Non è lei” con cui ha ottenuto ottimi riscontri tra i lettori e la critica.

Cronista

Ed è senz’altro grazie al suo pedigree di giudiziarista e giornalista d’inchiesta di lungo corso, che Chiappe dimostra di avere molta dimestichezza con la materia investigativa e, quindi, di saper sfruttare il suo background professionale nella costruzione di trame che alla fantasia romanzesca affiancano un forte realismo nei procedimenti giornalistici, polizieschi e legali altrimenti difficile da maneggiare. Ogni autore, ogni autrice, ha il suo quid, e questo è senza ombra di dubbio quello di Maria Francesca Chiappe, che con “Ostaggio” ci porta indietro di un paio di anni, in Sardegna, a Cagliari, dove, mentre nel resto d’Italia le restrizioni dovute alla pandemia sono ancora molto severe, ci si gode la semi libertà della zona bianca, e dove, da una villetta del lungomare Poetto, è scomparsa una giovane donna. L’avranno rapita?

L’indagine

L’interesse della Questura si stringe immediatamente intorno al marito violento, imprenditoruccio fedifrago diviso tra il capoluogo sardo e quello lombardo, ma per Annalisa Medda, energica reporter con il vizio di voler scavare un centimetro sempre più a fondo, troppi tasselli non s’inseriscono nel puzzle. Poi, quando la misteriosa e seducente avvocatessa dell’indiziato vola giù da una rupe sul mare, poco fuori città, la trama s’infittisce ancora di più e il lettore, spiazzato, non può che rimanere incollato alle pagine fino all’imprevedibile verità nel finale. Fosse anche solo per leggere le bellissime descrizioni che Chiappe dedica a Cagliari, agli angoli nascosti del suo centro storico, ai suoi tramonti su quella raffineria “che dà lavoro ma toglie bellezza” e, naturalmente, al suo mare, dove tutti, afferma uno dei personaggi del libro, si danno appuntamento, anche “rapitori, trafficanti, inquirenti”. Un mare in giallo e in nero, insomma, che Maria Francesca Chiappe/Annalisa Medda non ha paura di esplorare fino ad addentrarsi nei suoi più reconditi recessi.

Il libro sarà presentato domani alle 19.30, posti esauriti (e questa la dice lunga sull’autrice) a Villa Fanny in via Don Bosco a Cagliari per il Festival Liberevento con Francesco Abate.

Lorenzo Scano

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