Il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia, uno strumento di prevenzione dell'età pediatrica, potrebbe proteggere gli operatori sanitari in prima linea nella lotta al Covid-19 o ridurre la gravità della malattia di coloro che ne vengono infettati.

È questa la teoria che sta portando gli studiosi delle Università sudafricane del Witwatersrand e di Città del Capo a lanciare una sperimentazione clinica in grado di verificarne gli effetti.

Secondo i ricercatori, infatti, ci sarebbero "prove crescenti" che indicherebbero come il vaccino, oltre a proteggere contro morbillo, parotite e rosolia, potrebbe aumentare l'immunità dell'organismo ed avere effetti, per un periodo limitato, nella lotta al Sars-Cov-2. Ciò, precisano, perché il vaccino trasporta piccole quantità di virus vivi, indeboliti, che potrebbero addestrare il sistema immunitario a combattere più agenti patogeni.

Secondo gli studiosi sudafricani ci sarebbero somiglianze tra i virus indeboliti presenti nel vaccino e il virus Sars-Cov-2, con proteine simili sulle loro superfici che sono coinvolte proprio nell'infezione delle cellule dell'organismo. I ricercatori teorizzano che proprio gli anticorpi prodotti contro morbillo, parotite e rosolia potrebbero portare a stimolare la lotta contro il virus che causa il Covid-19.

Per Bruce Biccard, co-ricercatore principale dello studio, l'eventuale scoperta di questo effetto del vaccino anti morbillo, parotite e rosolia potrebbe portare ad aiutare "la risposta immunitaria del corpo contro l'infezione di Sars-Cov-2".

"Avremo qualcosa da somministrare molto rapidamente, in attesa che vengano sviluppati vaccini più specifici e terapie preventive", dice.

Lo studio è finanziato per 9 milioni di dollari dal Covid-19 Therapeutics Accelerator, un'iniziativa lanciata, tra gli altri, dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

(Unioneonline/v.l.)
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