"Un muro rappresenta un limite, due mondi chiaramente separati. Alla base del nostro progetto c'è tuttavia la convinzione che la crescita individuale e collettiva possa essere perseguita soprattutto attraverso la contaminazione e l'incontro tra culture diverse. La nostra idea è dunque quella di abbattere una barriera fisica creando uno spazio transitorio, un passaggio sicuro, e un crogiuolo di storie".

Inizia così il documento di presentazione della nuova idea di muro fra Usa e Messico che ha meritato a un gruppo di giovani architetti italiani, fra cui Giovanni Sanna di Nuraminis, il primo premio al concorso di idee promosso dall’ente americano ArchStorming. E che sta già raccogliendo consensi negli Usa.

Titolo del progetto "Tree Wall", letteralmente "Muro di alberi", perché secondo i giovani proprio l’utilizzo della natura può portare alla realizzazione di una "barriera" del tutto innovativa, che mantenga cioè separato ciò che tale deve restare, ma che consenta al tempo stesso di "guardare al di là", favorendo quindi un'apertura fisica e culturale nel rispetto della sicurezza.

"Avere ottenuto questa vittoria è una grandissima gioia – spiega Giovanni Sanna all’Unione Sarda – e un risultato che riempie me e i miei colleghi di grande orgoglio. Ci hanno già comunicato che il progetto riceverà grande visibilità sui media americani, e ci auguriamo possa essere presto preso in considerazione dall’amministrazione Trump".

Gli architetti italiani autori del progetto, all’anagrafe Stefano Bastia, Eurind Caka, Nicola Magri e, appunto, Giovanni Sanna, un centinaio di anni in quattro, lavorano per lo studio dell'architetto Mario Cucinella a Bologna.

"L'idea di partecipare all’iniziativa è arrivata quasi per caso – spiega Giovanni – : abbiamo trovato questo concorso di idee in cui si richiedeva una rivisitazione del muro esistente fra Usa e Messico, di cui tanto si discute negli ultimi tempi. Abbiamo pensato potesse essere bello applicarvi la filosofia, a noi molto cara, di utilizzo della natura con l’idea di mettere in relazione due popoli, piuttosto che dividerli. E da lì è partito tutto. Essendo un concorso di idee non era richiesta una progettazione nei minimi dettagli, per questo abbiamo potuto agevolmente partecipare senza sottrarre tempo al nostro lavoro qui in studio".

Giovanni Sanna, 30 anni, una laurea in architettura al politecnico di Cagliari, dopo un master allo IUAV (Istituto Universitario di Architettura) di Venezia e un periodo di studio nel Bahrain, nel Golfo Persico, lavora da due anni nello studio di Mario Cuccinella. "Un'esperienza straordinaria – ci spiega – e il coronamento importante di un percorso di studi che mi ha appassionato e che tanto mi sta ancora insegnando".

Nel progetto americano trovano ad esempio spazio molti degli aspetti cari al celebre architetto, fra cui il mix fra elementi naturali e tecnologia. "Fra gli aspetti più innovativi del progetto e che più hanno colpito gli organizzatori – spiega Giovanni – c’è ad esempio un sistema di pali verticali dotati di luce e sensori che permettono, tramite l’illuminazione, di segnalare e monitorare i flussi di persone".

Giovanni Sanna e compagni hanno ottenuto il primo posto in una rosa di cinquanta finalisti. Per loro anche un'altra grande soddisfazione: "a pochi giorni dalla pubblicazione sui siti americani del nostro lavoro l’architetto Boeri ha parlato dicendo che ovunque occorrerebbe oggi utilizzare alberi anziché muri: evidentemente siamo andati nella direzione giusta".

Virginia Lodi
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