Tanta attesa per la cerimonia di presentazione della nuova Guida Michelin. E oggi la Sardegna porta con sé una notizia che era quasi una certezza in attesa: Capogiro, il ristorante del 7Pines Resort di Baja Sardinia, conquista la sua prima stella, l’unica nuova stella assegnata all’isola in questa edizione. Un riconoscimento che non arriva per caso, ma come naturale compimento di un percorso fatto di tenacia, eleganza e un’idea molto chiara di cucina mediterranea.

A guidare la brigata è Pasquale D’Ambrosio, chef che da anni porta avanti un lavoro fatto di rigore e istinto, di radici campane e sguardo rivolto alla Sardegna, ai suoi ingredienti, alla materia prima che racconta il territorio più di mille parole. La stessa Guida descrive Capogiro come il cuore gastronomico del resort, un luogo dove la cena diventa un’esperienza costruita sul paesaggio, sulla luce del mare e su una tecnica che non vuole mai oscurare il gusto.

La voce dello chef è rotta dall’emozione. Le frasi arrivano spezzate, come spesso accade quando la gioia supera tutto: «È una cosa bellissima. Non ho parole, ne ho solo una: grazie. Ringrazio i ragazzi, tutti i ragazzi che sono stati con me. A 51 anni non ho mai mollato: sono 31 anni che faccio questo lavoro magnifico. Arrivare a questo riconoscimento, adesso, è davvero qualcosa di speciale. Il mio messaggio ai ragazzi è: non mollate mai. Perché quando si lavora con amore, quando si è circondati da giovani pieni di passione, si può arrivare ovunque». Parole semplici, vere, che raccontano più di qualunque discorso preparato: la fatica, la costanza, la capacità di credere in un mestiere che chiede tanto e restituisce momenti come questo.

Per la Sardegna è una luce che si accende sul panorama gastronomico isolano: il 7Pines e Capogiro portano in alto un’idea di ospitalità che tiene insieme mare, territorio e cucina. Un modo di stare al mondo, più che un format: alta cucina sì, ma con un’identità precisa, costruita attorno a prodotti locali e a un’estetica che parla di Mediterraneo. E la nuova stella può diventare un volano per il turismo gastronomico, per la visibilità internazionale, per raccontare una Sardegna capace di innovare senza perdere sé stessa. E per lo chef e il suo team è la conferma che il lavoro degli ultimi anni aveva già messo le radici giuste. Un risultato che profuma di mare, di tecnica, di gratitudine. E di quella frase che oggi lo chef ha ripetuto più volte, quasi fosse un mantra: «Non mollate mai».

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