Un giudizio sbagliato – Il noto proverbio “prendere lucciole per lanterne” vuol dire: «Confondere una cosa per un’altra». È quanto fecero gli Oristanesi quando credettero che il loro marchese e conte del Gocèano, Leonardo de Alagòn, fosse un novello Mariano IV re di Arborea intenzionato a combattere i Catalano Aragonesi del Regno di Sardegna per rifondare uno Stato giudicale tutto sardo. Invece, era un semplice feudatario ribelle che brigava contro il viceré dell’isola per difendere i propri interessi territoriali ed economici. E, ingenuamente, lo sostennero fino alla fine.

Personalità di Leonardo de Alagòn – Leonardo era figlio dell’aragonese Artale de Alagòn e della seconda moglie Benedetta Cubello dei marchesi di Oristano, nel Regno di Sardegna. Nacque, non si sa bene dove, nel 1436. A ventisei anni fece omaggio e giurò fedeltà al sovrano della Corona d’Aragona Giovanni II il Senza Fede.

Nel 1470, morto lo zio Salvatore Cubello senza eredi, in deroga al mos Italiae chiese l’investitura del Marchesato di Oristano e della Contea del Gocèano. Essendosi opposto a questa concessione anomala, il viceré del Regno di Sardegna, Nicolò Carròs d’Arborèa, Leonardo si ribellò armandosi e sconfiggendo le truppe viceregie il 14 aprile 1470 nei pressi di Uras.

Seguì, più che una pace, una tregua che non durò a lungo.

Condanna di Leonardo de Alagòn – Per brevità, saltiamo direttamente alla fine della vicenda. Ai primi del 1475 si ritornò alle armi. Così, malgrado Leonardo dichiarasse che combatteva «… non contro il re ma contro il viceré», nell’ottobre del 1477 venne condannato a morte in contumacia da un tribunale regio insieme con i figli e i fratelli, e gli furono confiscati tutti i beni feudali.

La battaglia di Macomer – Il 19 maggio del 1478 vi fu lo scontro decisivo a Macomer, e i ribelli furono sconfitti. Leonardo, durante la ritirata e la fuga per mare (voleva raggiungere Genova) fu catturato per il tradimento di Giovanni Saragozza e consegnato all’ammiraglio aragonese Giovanni de Vilamarì alla fonda nelle acque di Palermo.

Morte di Leonardo de Alagòn – Per intercessione dello stesso Vilamarì, ebbe tramutata la pena di morte con l’esilio e, per volere di Giovanni II, fu rinchiuso con i suoi seguaci nel castello di Xàtiva (Játiva) a circa cinquanta chilometri da Valenza, dove morì il 3 novembre 1494.

Sorte dei beni di Leonardo de Alagòn – Il Marchesato di Oristano e la Contea del Gocèano furono incamerati come beni di realenco dal Patrimonio regio. Secondo la legge parlamentare n° 4671 del 18 marzo 1861, i Carignano-Savoia, eredi di Vittorio Emanuele II, mantengono ancora oggi nel loro pedigree i titoli regi sardi, per cui l’ultimo rampollo della Casata, Emanuele Filiberto, venuto a Cagliari il maggio scorso a vedere la cavalcata di Sant’Efisio, è tutt’ora Re di Sardegna, Marchese di Oristano e Conte del Gocèano.

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