Per cinque mesi le donne di "Filu a refe", cubane, boliviane, rumene, ucraine, messicane, italiane ma soprattutto sarde, si sono scambiate idee, hanno riflettuto e acceso dibattiti su temi urgenti e importanti. Hanno rafforzato legami e lavorato a progetti di interesse comune che verranno mostrati a una giuria il 26 giugno, durante una presentazione a numero chiuso nel rispetto delle norme anticovid.

Nuova tappa, dunque, per il progetto avviato ad ottobre dello scorso anno e che si concluderà a dicembre con la partecipazione di altre 15 donne, straniere e non, per favorire la conoscenza e abbattere gli ostacoli che si frappongono alla costruzione di un dialogo aperto e solidale.

Le iscrizione alla seconda edizione scadranno, invece, 22 giugno.

"In questi mesi abbiamo realizzato la prima parte del nostro progetto che ha coinvolto 15 donne di varie nazioni – spiega Gabriella Longu, Presidente dell’associazione studio L&P, da oltre dieci anni impegnata in attività sociali e formative -. Si sono confrontate su temi condivisi nel corso di tre incontri e successivamente in piccoli gruppi hanno realizzato progetti culturali di varia natura da cui emerge forte il bisogno non di sottolineare le diversità ma di trasformarle in una sola voce corale, passionale e creativa".

"Filu a refe vuole diventare una sorta di patto tra donne - aggiunge ancora Gabriella Longu - un'alleanza di forze e sensibilità per affrontare con maggior soddisfazione e più serenità la vita contro le avversità che la stessa ci mette davanti".

Per partecipare alla selezione è necessario compilare la domanda scaricabile dall'apposito sito web dedicato e candidarsi per formare il prossimo gruppo. Una giuria speciale valuterà, alla fine dell’intero percorso, tutti gli elaborati, le idee e i progetti generati da questo scambio pluriculturale.

Al centro della verifica non sarà solo il prodotto finale, ma l'analisi sociologica di come le donne hanno interagito tra loro per giungere a un risultato condiviso.

Il progetto è diviso in due annualità ed è stato finanziato con la delibera della Giunta regionale n.3/18 del 15 gennaio 2019.

(Unioneonline/v.l.)
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