Parte da oggi, mercoledì 6 marzo, all’Auditorium di Arzachena, la tournèe della pièce “Le Serve” di Jean Genet, un classico del Novecento, in cartellone fino a sabato nell’ambito della Stagione de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC, il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna presieduto da Antonio Cabiddu e diretto da Valeria Ciabattoni.

Uno spettacolo in prima regionale attesissimo dagli appassionati che sarà replicato domani, giovedì 7 marzo, al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, venerdì 8 marzo al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri e infine sabato 9 marzo al Teatro Centrale di Carbonia con inizio sempre alle ore 21.

Sotto i riflettori un'icona della cultura transgender come Eva Robin's, eclettica attrice e conduttrice, all'attivo una carriera teatrale che spazia da “La voce umana” di Jean Cocteau e “Il frigo” di Copi, a “Giorni Felici” di Samuel Beckett e “Tutto su mia madre” di Pedro Almodóvar, fino a “Evə” di Jo Clifford, oltre alle apparizioni cinematografiche e alla partecipazione a programmi televisivi, films e serie tv, con nominations ai Nastri d'Argento per “Belle al bar” di Alessandro Benvenuti e al Premio Ubu per “Tutto su mia madre” con regia di Leo Muscato.

La celebre interprete sarà protagonista nel ruolo di Madame, fulcro intorno a cui ruota la vicenda, irraggiungibile oggetto del desiderio, la padrona su cui le cameriere riversano sentimenti ambigui d'amore e d'odio.

Le serve (in)fedeli, le due sorelle Claire e Solange, sono interpretate, rispettivamente, da Beatrice Vecchione, già diretta da registi come Valter Malosti, Mario Martone e Leo Muscato, e Matilde Vigna, Premio Ubu 2019 come Migliore attrice under 35 e Premio Eleonora Duse, finalista al Premio Ubu 2022 per la miglior novità drammaturgica italiana con “Una riga nera al piano di sopra”.

Due giovani e talentuose attrici per una mise en scène in chiave metateatrale firmata da Veronica Cruciani per una imperdibile co-produzione Nidodiragno / CMC, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano con scene di Paola Villani, costumi di Erika Carretta e drammaturgia sonora di John Cascone: il fascino (in)discreto della borghesia e dell'aristocrazia, dove l'imperativo “noblesse oblige” si traduce in una sobria ostentazione, mentre il lusso e l'eleganza rappresentano un'abitudine e le differenze di classe un limite invalicabile.

“Le Serve” di Jean Genet è una moderna tragedia, ispirata a un fatto di cronaca, trasfigurato in un'allegoria del potere: in una sorta di gioco perverso, dove manifestano la propria sconfinata ammirazione e la propria distorta devozione per Madame, le cameriere a turno ne indossano gli abiti, ne imitano i modi alteri e raffinati, il distacco e l'aria di superiorità, la gentilezza e la generosità, con note beffarde e crudeli, in una cerimonia che dovrebbe culminare nel “sacrificio” della padrona, ma rimane incompiuta, interrotta dal ritorno di colei che suscita passioni così forti e ambigue, ai confini della follia.

Lo spettacolo conserva intatta l'attualità di una metafora del potere, che suscita una mescolanza di attrazione e soggezione, per cui Madame è insieme il modello a cui ispirarsi e la nemica da temere, una sorta di divinità sconosciuta e terribile.

Una creatura che sfugge a ogni umana categoria e classificazione, l'immagine stessa di un'autorità superiore e incontestabile, con cui le due donne si confrontano quotidianamente, di cui spiano le azioni cercando di indovinarne i pensieri, sperimentandone perfino fragilità e inclinazioni, senza riuscire a comprenderne l'essenza o a svelarne il mistero.

L.P.

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