“Europei? No, africani”: parola di Guido Barbujani
Viaggio, in compagnia di un esperto di genetica, alla scoperta dei nostri antenati e delle peculiarità dei sardi
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In ognuna delle nostre case c’è una scatola, grande o piccola, dove conserviamo i cosiddetti “ricordi di famiglia”. Piccole tracce come foto, un vecchio documento, un oggetto che è appartenuto a un trisavolo quasi dimenticato. Per chi si occupa di genetica il DNA è un po’ come la scatola dei ricordi di famiglia. Un luogo dove trovare tracce anche dei nostri antenati più antichi e capire chi siamo e magari da dove veniamo. Solo che le cose non sono mai semplici come si vorrebbe e più gli studiosi approfondiscono lo studio dei nostri geni, più si rendono conto della complessità della nostra storia passata. Una storia fatta di relazioni, migrazioni, incontri, mescolamenti e rimescolamenti come ci conferma Guido Barbujani, docente di Genetica all’Università di Ferrara e autore del volume “Europei senza se e senza ma” (Bompiani, 2021, pp. 320, anche e-book):
“Quello che la genetica ci aiuta a capire è che nessun popolo ha mai avuto radici pure e univoche, perché da milioni di anni continuiamo a spostarci. Ricostruire queste migrazioni e i fenomeni grazie ai quali certe popolazioni si sono fuse con altre o non lo hanno fatto oppure le hanno rimpiazzate è una cosa per me interessantissima”.
Noi europei siamo quindi figli di tante migrazioni?
“Certamente, ma prima di tutto dobbiamo dire che in base a quanto sappiamo o crediamo di sapere i veri europei esistevano un tempo ed erano gli uomini di Neanderthal. I nostri antenati provenivano dall’Africa e si sono stabiliti in Europa sostituendosi progressivamente ai neandertaliani.”
Insomma, siamo dei parvenu nel Vecchio Continente…
“Sì. E tornando al tema delle migrazioni gli studi di genetica degli ultimi anni hanno mostrato come il nostro continente abbia conosciuto molte migrazioni e questo abbia portato a cambiamenti profondi nelle popolazioni. Per fare un esempio i romani delle origini e dell’età della Repubblica erano diversi geneticamente dai romani di epoca imperiale. Prima erano una popolazione tipicamente italica, poi a Roma arrivò tanta gente da molte parti dell’impero e la natura genetica della popolazione dell’Urbe cambiò. Sempre la genetica ci fa vedere come durante le cosiddette invasioni barbariche arrivò un contributo genetico da nord tra gli abitanti della nostra Penisola. Si perse però la grande variabilità genetica dell’epoca imperiale dovuta al continuo afflusso di genti da ogni parte dell’impero.”
Leggendo il suo libro però si coglie come i sardi siano cambiati meno, dal punto di vista genetico, rispetto ad altre popolazioni. Esiste quindi una peculiarità genetica sarda?
“Diciamo che la Sardegna è un’isola anche dal punto di vista genetico. Non tanto perché i geni dei sardi siano particolarmente strani, quanto perché le popolazioni sarde sono molto diverse tra loro anche a distanza di pochi chilometri. In queste peculiarità genetiche conta la natura accidentata del territorio e, naturalmente, il mare attorno. Intanto non sappiamo quando sono arrivati i primi abitatori della Sardegna. I primi resti umani a nostra disposizione risalgono al Mesolitico, mentre con il Neolitico la popolazione sarda aumenta. Successivamente l’Europa è interessata da una serie di migrazioni di popoli avvenute durante l’Età del bronzo. Ebbene questi popoli non sono arrivati in Sardegna e nei genomi dei sardi è rimasta prevalente la componente che attribuiamo al Neolitico. Attenzione però che ci riferiamo a una componente che riguarda meno dell’1% del DNA umano. Per il restante 99% siamo tutti identici.”
È vero che c’è una particolare somiglianza genetica tra i sardi e il famoso Ötzi, la mummia ritrovata sul ghiacciaio del Similaun, tra Austria e Italia, nel 1991?
“Sia nei sardi, sia in Ötzi ritroviamo certe caratteristiche genetiche delle persone vissute nel Neolitico. Questo perché, come detto, la Sardegna ha conosciuto meno di altre terre le successive migrazioni dell’Età del bronzo, mentre Ötzi era un vero e proprio uomo neolitico. Questo non ci deve far pensare che l’uomo del Similaun provenisse dalla Sardegna o che i sardi siano suoi discendenti!”
Si è ipotizzata anche una vicinanza tra sardi ed etruschi. È confermata dalla genetica?
“Gli indizi archeologici di questo legame erano labili e il DNA ci dice con chiarezza che le due popolazioni erano ben diverse.”
Insomma, la genetica ci dimostra che la storia dei nostri antenati è veramente complessa e gli europei senza se e senza ma in pratica non esistono…
“Sicuramente più si va indietro e più si scopre che le popolazioni si sono mescolate anche se con sicurezza possiamo dire che 70 mila anni fa eravamo tutti africani. Poi ci sono state migrazioni, alcune delle quali sono praticamente impossibili da ricostruire, anche con l’ausilio della genetica.”
Ma gli studi genetici ci hanno dato delle risposte sui nostri predecessori in Europa, gli uomini di Neanderthal?
“Oggi sappiamo che non erano nostri antenati ma un’altra specie umana. Sappiamo anche che ci siamo incrociati con i neandertaliani. Personalmente credo che le conseguenze di questa ibridazione non siano di grande portata mentre la maggior parte dei miei colleghi ritiene che tutti noi che viviamo fuori dall’Africa abbiamo dei pezzetti di DNA neandertaliano nel nostro DNA. Recentemente uno dei maggiori esperti in materia, Svante Pääbo che lavora a Lipsia, ha sostenuto che c’è una regione del DNA che ci rende particolarmente vulnerabili all’infezione da Covid e che quella regione ci proviene dai Neanderthal. Una cosa interessante anche a livello di ipotesi.”