Parlare di vino e cultura del vino in Sardegna significa riferirsi a un “fare” antichissimo che risale all’Età del Bronzo, capace di modellare il territorio con risultati di suggestiva bellezza, dare vita a un comparto economico di attuale rilievo nazionale e internazionale, connotare socialità e convivialità, ispirare in modo deciso la stessa iconografia artistica dell’Isola: significa, insomma, guardare a un orizzonte storico, agronomico e culturale dal fascino antico e imperituro, da conoscere e valorizzare.

La collana “La tavola dei Sardi”, dopo i primi due volumi dedicati all’inconfondibile bontà e bellezza dei dolci e dei pani (disponibili in tutte le edicole della Sardegna) prosegue dunque con la sua terza uscita nel desiderio di offrire idealmente a tutti i lettori la più preziosa tra le bevande, accompagnamento perfetto di innumerevoli prodotti e preparazioni. Così, con Vino in Sardegna, da domani in edicola con L’Unione Sarda (al prezzo di 12,90 euro più il costo del quotidiano), la casa editrice Ilisso invita tutti i lettori a unirsi in un grande brindisi collettivo e a scoprire con lei le eccellenze del patrimonio enologico nostrano, immancabili comprimarie nella degustazione di alimenti e pietanze della tradizione.

Ricostruzione storica e archeologica, etnografia e antropologia partecipano ancora una volta all’affascinante racconto di una vicenda millenaria come è quella tra l’Isola e la vite, che ha contribuito a caratterizzare in modo decisivo il paesaggio, l’economia, la cultura e le arti visive della regione. Tutti gli estimatori di un prodotto così apprezzato e premiato avranno inoltre a disposizione una rigorosa schedatura delle diverse cultivar aggiornata in base ai risultati dei più recenti studi scientifici sul DNA dei vitigni sardi, per conoscere meglio sia quelli principali sia i cosiddetti “minori” e i veri e propri unicum: insieme alle descrizioni delle caratteristiche organolettiche delle numerose varietà, un identikit completo indicherà origini, cenni storici, areali di coltivazione nell’Isola e al di fuori di essa, per un vademecum di pronta consultazione utile per “ripassare” grandi classici come Cannonau, Vermentino e Vernaccia oltre che per scoprire nuove e interessanti proposte.

Il volume, come sempre arricchito da una colonna visiva capace di trasportare in un viaggio avvincente nei luoghi e nelle epoche, alterna in modo armonico “natura” e “cultura”: le linee e i colori dei paesaggi vitati e dei singoli vitigni convivono con le riproduzioni delle più antiche testimonianze archeologiche e documentarie relative al consumo e alla cura delle coltivazioni, mentre scene di vendemmia e di mescita immortalate in scatti d’epoca si alternano alle loro rielaborazioni scultoree, pittoriche e grafiche soprattutto da parte del Novecento artistico sardo, per il quale i temi della vite e del vino, dalla lavorazione alla festa, ebbero un importantissimo ruolo di definizione identitaria.

Che valore aveva il vino nei rituali nuragici? Quali sono le caratteristiche della vite selvatica? Come si legge un’etichetta? In che cosa consisteva il codice di comportamento non scritto circa l’offerta e il consumo della bevanda all’interno dei bar e delle rivendite locali? Come cambiano le caratteristiche del vino in base al territorio in cui si trova il vitigno? Con saggi a firma di studiosi ed esperti di settore, e con box di approfondimento dedicati, Vino in Sardegna risponde a queste e molte altre curiosità, in un volume che racconta la forma più sincera dello stare insieme nell’Isola.

(Unioneonline)

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