Sulle rotte che attraversano il deserto del Sahara ogni anno transitano centinaia di migliaia di persone. Sono uomini, donne e bambini in fuga dalla povertà e dalle guerre diretti verso l’Europa per iniziare una vita nuova.

A controllare il loro passaggio ci sono i mercanti di uomini, bande criminali che un tempo usavano le tratte sahariane per far giungere la cocaina dalla Colombia nel nostro continente e che oggi trafficano in esseri umani.

I proventi di questa forma moderna di schiavismo valgono miliardi di euro a cui si aggiungono i guadagni di un’altra attività molto fiorente negli ultimi anni: il rapimento a scopo di riscatto di ostaggi occidentali.

Una vera cascata di denaro che finisce nelle mani della criminalità locale e che serve a finanziare i gruppi terroristici e le guerre dell'Isis.

Un fenomeno di portata globale, quello del traffico di esseri umani e dei rapimenti a scopo di riscatto, di cui si parla poco anche se tocca da vicino tutto l’Occidente.

Loretta Napoleoni, una delle maggiori esperte a livello mondiale di economia criminale e finanziamento al terrorismo, è l'autrice di "Mercanti di uomini" (Rizzoli, 2016, Euro 18,50, pp. 360. Anche in e-book), saggio-inchiesta sui meccanismi di finanziamento dello jihadismo.

Per quale ragione tanto silenzio?

"Perché il tema del rapimento degli ostaggi e del pagamento dei loro riscatti è ostico. È una materia super segreta, bisogna avere contatti con chi si occupa delle trattative per ottenere informazioni e non è semplice per un giornalista accedervi.

Io ho la fortuna di essere un’esperta di terrorismo e quindi a volte lavoro con i negoziatori. Così ho potuto addentrarmi in una storia molto interessante e preoccupante. E trovarmi di fronte a una realtà agghiacciante: non pensavo ci fosse un legame tanto stretto tra rapimenti, traffico dei migranti e finanziamento al terrorismo".

Perché si fa poco per contrastare questi flussi di denaro alla criminalità?

"Perché per farlo bisognerebbe seguire delle politiche impopolari, tipo non pagare più riscatti a livello governativo in caso di rapimento e lasciare la gestione delle situazioni alle famiglie.

Stati Uniti e Gran Bretagna agiscono così nella maggior parte dei casi però basta che alcune nazioni non seguano questa linea e il fronte internazionale crolla.

Manca quindi una governance globale del problema. Così gli Stati Uniti hanno introdotto norme di controllo sul denaro 'sporco' che non sono state recepite in Europa. Allora il riciclaggio avviene in euro e non più dollari e il problema permane.

Siamo di fronte a una delle tante aree oscure del processo di globalizzazione in atto".

Ma come si esce da un meccanismo infernale di questo tipo?

"In questo momento siamo nel pieno di un vero vortice e se ne esce nello stesso modo in cui ci si può liberare dal terrorismo jihadista: comprendendo e affrontando le cause originali del fenomeno e pacificando le aree in cui il fondamentalismo islamico ha attecchito.

Prima dell’11 settembre e delle guerre intraprese subito dopo dall’Occidente il fenomeno non esisteva nelle regioni dove oggi prolifera.

L’Occidente ha sbagliato tutto dopo le Twin Towers e già ammettere gli errori sarebbe un passo in avanti. Per farlo però ci vorrebbe una classe politica nuova".

Molti sono preoccupati da Trump oggi.

"In generale io sono molto pessimista. Sono negativa sul futuro e temo che non si possa uscire dalla situazione in cui siamo senza una tragedia, una guerra.

Spero di sbagliami, ma anche aver scoperto tutto quello che c’è dietro il traffico di uomini e che capitali enormi muove questo commercio ha rafforzato le mie convinzioni: siamo in un brutto momento storico, una 'Dark Age' direbbero gli inglesi".

Roberto Roveda

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