La Rai, quella del "tutto e di più", ci ha svelato due arcani: i cani, come i cristiani, sbadigliano per noia e i cinesi, disperatamente alla ricerca della donna per la vita, scoprono i paraninfi, categoria che aiuta la moltiplicazione. Dicono che tutto quanto fa cultura e siccome la Tv di Stato è nata per insaporire il brodo primordiale e contribuire a tenere vive le menti, sapere degli sbadigli del cane è una grande scoperta. Se è permesso, nel rispetto dovuto per le opinioni di autorevoli rappresentanti della politica e dell'intellighenzia che pretendono una Tv pubblica acculturata per acculturare il pubblico, una sola osservazione: basta fare una televisione fatta bene. Forse la soluzione non è la dose settimanale di Shakespeare o recensire Umberto Eco e disquisire su Sant'Agostino; e nemmeno offrire a chi paga il canone serate tranquille con Renzo Arbore e le marzullate di Gigi Marzullo. Di certo in una Tv pluralista e popolare ci deve essere posto per tutti meno che per la cattiva politica, la lottizzazione, la scarsa professionalità. C'è più fantasia in Roberto Benigni, più Italia nel festival di Sanremo e nelle canzoni di Franco Battiato e Paolo Conte che in certi talk show dove chi litiga diventa un mito, chi la spara più grossa un gigante e chi dice più parolacce socio onorario della Cafon Academy.

Antonio Masala

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