Sono passati già 50 anni da quella afosa giornata del 14 luglio 1971, Antonio Simon Mossa è ormai infermo in un letto dell’ospedale di Sassari, ma l’amore dei suoi cari gli dà forza, lo rincuora e gli infonde coraggio per l’ineludibile ultimo passo: al suo capezzale la moglie Rina Altea, i figli Italo, Josefa, Juliana, AnnaMaria e il piccolo Pietro. La malattia ormai ha preso il sopravvento ma non riesce a domare lo spirito volitivo e visionario di Simon, ancora il suo pensiero è rivolto con fermezza al Partito Sardo d’Azione, il suo partito per cui ha progettato un grande futuro: traghettare l’Isola nel consesso degli Stati d’Europa, autonomamente così come preconizzato tra l’altro anche in Radio Sardegna, dove fu caporedattore a Sassari. Poco prima di spirare sussurra ai suoi sodali di partito “il Sardismo è come una quercia con le radici ben piantate sulla roccia”.

Per ricordare la figura dell’illustre sardo, intellettuale a tutto tondo, la Società Umanitaria e l’archivio Simon Mossa organizzano un convegno a Sassari. Appuntamento alla Camera di Commercio per venerdì 16 luglio alle 17.30, imperdibile occasione per scoprire l’Antonio Simon più intimo e far conoscere la sua grande passione giovanile per il Cinema.

Alla settima arte Antonio Simon ha dedicato gli anni dell’università e quelli successivi, insieme a Fiorenzo Serra, frequentando il Cineguf dell’ateneo di Firenze e scrivendo alcune sceneggiature di film, tra cui "Vento di terra",  ambientato ad Alghero con cui vinse i Littoriali dell’Arte e della Cultura, tenutisi a Bologna, nel 1940. Da quell’abbrivio Simon Mossa sembra proiettato a vestire un ruolo di primo piano nel Cinema: diventa così aiuto-regista per kolossal dell’epoca come Bengasi di Augusto Genina e per il video-documentario Corsica di Baccio Bandini, e collabora con il regista tedesco Harry Hasso per il film La donna del peccato.

L’opera più significativa rimane senz’altro il manuale di tecnica cinematografica Praxis und Kino (Prassi e Cinema), scritto a mano e a macchina nel 1942. Inedito fino a quando il figlio Pietro lo ha rispolverato dall’oblio ritrovandolo tra le tante carte dell’archivio paterno. Dato alle stampe con i tipi della Rubettino e il patrocinio del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, è stato curato in una edizione critica dallo studioso Andrea Mariani dell’Università di Udine. Un manuale di teoria che rappresenta una pietra miliare del Cinema, che Mariani presenta in prima assoluta a Sassari venerdì 16.

All’evento culturale intervengono il presidente Christian Solinas, con una riflessione sulla statura culturale e politica dell’intellettuale sardo, Paolo Serra, direttore regionale Società Umanitaria Sardegna, Alessandra Sento, direttrice della Società Umanitaria di Alghero che racconta l’appassionante ritrovamento del manoscritto e l’opera di valorizzazione da parte della Cineteca Sarda. Andrea Mariani dell’Università di Udine espone le linee culturali e le matrici formative che hanno ispirato Praxis und Kino, Simone Ligas della Società Umanitaria di Sassari illustra l'avventura cinematografica di Simon Mossa, mentre Antonello Nasone dell'Archivio Simon Mossa racconta la stagione politica di Simon Mossa nel Partito Sardo d’Azione. Il figlio Pietro ricorda il padre nell’aspetto più intimo e familiare. Modera Attilio Mastino, storico e accademico già rettore dell’Università turritana.

           

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