Doppia "P". Dal pallone alla poesia.

Sono le passioni di Brice Grudina, figlio di Giampaolo ex portiere sardo del Pisa in Serie A che parò anche un rigore a un altro sardo, del Milan, Pietro Paolo Virdis. Ora ha smesso col pallone e si sta imponendo con la poesia e l'arte.

Trentuno anni, Grudina è sardo doc anche se nato a Gradina ma solo perché nel 1990 il padre giocava nella Casertana. "Fin da bambino - esordisce - mio padre mi ha trasmesso un grande amore per il calcio, e non a caso scelsi il suo ruolo, quello del portiere, che ancora oggi considero il più affascinante, e sicuramente il più difficile. A 7 anni, cominciai a giocare a Villaspeciosa, per poi passare tre anni più tardi nella squadra di Decimomannu, dove feci tutto il settore giovanile fino ai 18 anni, esordendo a 15 anni in promozione con l'allora tecnico Marco Cossu, ora collaboratore di Massimo Rastelli alla Spal".

Poi, tappa a Orroli prima di un grave infortunio che lo ha costretto al ritiro. Ecco che nasce la passione per la poesia.

"Nella facoltà di Lingue di Cagliari - racconta Grudina - ebbi modo di conoscere il mio ex docente di letteratura francese e poeta Mario Selvaggio che mi trasmise una grande passione per la poesia, in particolare per il poeta Arthur Rimbaud, precursore della poesia moderna. Rimasi talmente folgorato dalla sua forza poetica che decisi da quel momento di comporre nell'immediato una poesia, dal titolo Illusioni, pubblicata successivamente nel settimanale milanese Intimità".

L'ex portiere-poeta nel gennaio 2020 ha pubblicato la sua prima raccolta: Insonnia Rehab, come forma di riabilitazione all'insonnia. Nel febbraio 2021, l'Istituto Italiano di Cultura di Napoli gli conferisce il Premio letteratura nella sezione "raccolta inedita di poesie". Ha pubblicato anche il suo secondo libro: "Canto ribelle" (AGA editore).
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