Un racconto della vita "eccezionale" di un uomo "ordinario", significativamente racchiusa in un titolo appositamente creato per lui, "optimus princeps", ovvero il migliore tra gli Imperatori.

La grande mostra dal titolo "Traiano. Costruire l'Impero, creare l'Europa", che arriva a celebrazione dei 1900 anni dalla morte dell'uomo che ha portato l'Impero romano alla sua massima espansione, è una rassegna a cavallo fra storia e politica, economia e welfare, che prende forma e sostanza negli spazi dei Mercati di Traiano, al Museo dei Fori Imperiali di Roma, sino al 16 settembre.

Nella trama dell'esposizione – ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro – i significati che stanno dietro alla costruzione di un Impero, e la relazione fra la sfolgorante epoca romana e l'Europa attuale. Molti i contenuti che si intrecciano: dall'abilità fine nell'includere popolazioni diverse sotto un unico Stato alla buona amministrazione - influenzata anche da donne capaci e autorevoli -, dalle campagne di comunicazione volte ad ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità alla "magnificentia publica", così come al lusso privato e – quasi incredibilmente - discreto.

Busti in marmo
Busti in marmo
Busti in marmo

Al centro del racconto, ovviamente, Traiano o "colui che seppe riportare gioia tra i romani", come nel ricordo dello storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo.

Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna dinastia imperiale ma di ottima famiglia, Marco Ulpio Traiano percorse velocemente i gradi della carriera militare, dimostrando doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini, guadagnandone consenso e fedeltà assoluta. Queste le motivazioni che spinsero l'imperatore Nerva ad "adottarlo" come successore, a suo avviso l'unico uomo in grado di affrontare al meglio anche i temi spinosi delle riforme sociali ed economiche di cui l'Impero aveva urgente bisogno: lo nomina mentre lui si trova in Germania, lontano dalla capitale che non ha mai visitato.

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso statue, ritratti, decorazioni architettoniche, oggetti di vita quotidiana, ma anche modelli in scala e rielaborazioni tridimensionali.

Provenienti dal Foro di Traiano, escono per la prima volta dai depositi del Museo una mano colossale e il profilo di una sconosciuta testa-ritratto dell'Imperatore, anch'essa di grandi dimensioni.

Con l'occasione tornano inoltre "a casa" e dopo quattrocento anni due lastre del fregio con amorini e grifoni che le vicende collezionistiche avevano tenuto separate: si tratta di una splendida architettonica con amorini dei Musei Vaticani e un grande frammento dello stesso fregio proveniente da Berlino.

Un'immagine dall'esposizione
Un'immagine dall'esposizione
Un'immagine dall'esposizione

Tra i prestiti eccellenti, gli splendidi stucchi dorati della villa cheTraiano volle per sé ad Arcinazzo Romano. Attraverso i video si accede inoltre agli sconosciuti ambienti sotterranei della casa dell'imperatore sull'Aventino o nel condotto dell'acquedotto traianeo che portava l'acqua del lago di Bracciano a Trastevere.

E, ancora, la mostra ospita il ritratto bronzeo dell'imperatore dal museo di Nijmegen, una limetta disintegrata dalla seconda guerra mondiale proveniente dalla Gliptoteca di Monaco e ricomposta a Roma, antiche monete romane in oro, argento e bronzo raffiguranti l'effigie dell'imperatore e rappresentative del periodo storico.

La mostra si avvale anche delle installazioni multimediali e interattive realizzate grazie al contributo di università e accademie di belle arti del mondo.

(Redazione Online/v.l.)
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