"Chentu e una cantone di Miali Logudoresu", la presentazione a Olbia e Oschiri
Incontri sull'inedito dell'intellettuale Mimmo BuaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Saranno due gli appuntamenti dell’associazione culturale Amistade, omaggio alla figura dell’intellettuale sardo, autore “identitario”, Mimmo Bua. Nella sua veste di cantautore - a tutti gli effetti il primo cantautore in limba - con lo pseudonimo di “Miali Logudoresu”, navigò generi e tematiche: dalle ballate in sardo e in italiano, che lo renderanno famoso nel nord Sardegna, alle più tarde traduzioni in logudorese di testi di cantautori italiani a lui particolarmente cari, come De André e Paolo Conte fino alla bossanova e al fado.
Amistade, curatrice della Biblioteca Oschirese, dove raccoglie libri, riviste e articoli di autori del paese che, come Mimmo Bua, nel tempo si sono distinti nel panorama letterario regionale (e non solo), ultimamente sta ampliando la sezione etno- musicale, con la collaborazione dell’artista Franca Pinna. Un affondo nella memoria ma soprattutto un progetto esemplare di conservazione di testimonianze e testi preziosi che , come nel caso del libro “Chentu e una cantone de Miali Logudoresu”, non possono andare persi: la raccolta inedita sarà presentata stasera all’Archivio Mario Cervo con inizio alle 19.00, e successivamente a Oschiri, in piazza Lelle Sanna, domenica 28 settembre, dalle 19.30.
«Con il progetto della Biblioteca stiamo cercando di fare un esercizio di memoria per valorizzare la figura di questi autori e intellettuali oschiresi, raccogliendo tutti i contributi che possano servire ad animare questo discorso – spiega Mario Bua, presidente di Amistade e autore della prefazione - . In questo caso i testi delle canzoni furono affidati, per l’impaginazione, da Mimmo Bua al grafico Bruno Pittau, uno dei suoi amici più cari, ma poi non si trovò un editore. Oggi, su iniziativa di Amistade e della rivista Soliana (fondata da Mimmo) che ha curato la raccolta di testi, musiche e la pubblicazione, il libro ha visto la luce. Nel valorizzare il suo lascito immateriale, con queste proposte, speriamo di riportare questo patrimonio al cuore della gente».
Eclettico, impetuoso, sognatore, la presentazione del libro sarà l’occasione per dedicare un salotto letterario all’intellettuale che ha lasciato un’eredità sintetizzata nelle parole che l’antropologo Placido Cherchi, amico e compaesano, spese per lui a pochi mesi dalla scomparsa, avvenuta nel 2009: «Di Mimmo non si possono trascurare gli aspetti che lo hanno caratterizzato di più. Intendo riferirmi alla sua natura di sognatore irriducibile e alla qualità spiccatamente utopistica dei suoi sogni. In un´epoca in cui il sogno viene sistematicamente sostituito dalla banalità del virtuale, questa capacità di sognare credendo in forma lucida alla realizzabilità dei propri sogni oltrepassanti era una cosa rara e preziosa».
All’Archivio Mario Cervo la serata sarà introdotta da Domenico Campesi con gli interventi musicali di Antonello Mulargia e Franca Pinna, e letterari di Fabrizio Derosas, Graziella Elia e Roberto Carta. La conduzione è a cura di Tiziana Sanna, presidente della Fondazione “G.Sanna”.
Nato ad Oschiri nel 1942, docente di italiano e di scienze storico-sociali, molte le pubblicazioni tra le quali “Chimbe upanishad in sardu logudoresu” (1999, S’Alvure), “Contos torrados dae attesu” (1999, S’Alvure), “Gente di Ischiria” (1985, Castello), “Il meglio di Salvatore Cambosu” (1984, Edizioni della Torre), “Lo specchio e la caverna”(S’Alvure 1999); ha scritto nella pubblicazione “I sardi”, è stato redattore della rivista “Sesuya” e fondatore di “Soliana”, rivista di arti, cinema, poesia, filosofia e letteratura. La profondità dei testi mascherati dalla leggerezza della forma: «Dietro l’affabulatore cantastorie di Miali Logudoresu c’era una personalità complessa e multiforme, con un lungo e tormentato percorso esistenziale che l’aveva fatto approdare nella filosofia dei Veda e nell’estasi della levità dell’essere – scrive Bruno Pittau, in una riflessione critica al libro - Dunque, poteva permettersi di fare un libro leggero. Un libro di canzoni».