Porto Torres, collaudo riuscito per il Ponte Romano: emergono i conci romani
Gli interventi si concentrano principalmente sulle arcatePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il maestoso Ponte Romano, monumento costruito a Turris Libisonis, nell’antica città di Porto Torres per garantire un collegamento con i campi di frumento della Nurra, ha risposto in maniera positiva alla visita di collaudo in corso d’opera presso il cantiere di restauro della struttura.
L’ispezione, alla presenza della commissione e del collaudatore statico, l’ingegnere Andrea Giannantoni, ha confermato la corretta esecuzione delle opere strutturali in corso, fondamentali per garantire la staticità e la sicurezza dell’infrastruttura durante e dopo l’intervento.
I lavori di ristrutturazione e valorizzazione, avviati nel 2024 con fondi pari a circa 4 milioni di euro, sono stati finanziati dal Segretariato regionale del Ministero della cultura che opera in collaborazione con la Soprintendenza Sassari-Nuoro. Gli interventi si concentrano principalmente sulle arcate, dove si è proceduto al consolidamento dei conci esistenti e, laddove non sia stato possibile recuperarli, alla loro sostituzione. Di particolare interesse è la scoperta rinvenuta durante il restauro della spalla nord- quella non rivolta verso il mare- dove, rimuovendo i vecchi restauri, sono emersi i blocchi originali di epoca romana.
Questa scoperta ha permesso di ricostruire l’originaria tessitura muraria, modellando i conci con le autentiche dimensioni, orientando l’intervento verso un restauro capace di restituire al ponte la sua originaria monumentalità. A partire da settembre 2025 inizierà una nuova fase dei lavori, che prevede il posizionamento di micropali verticali della lunghezza di 20-30 metri e diametro 20 centimetri, per garantire una connessione stabile tra il ponte e il terreno. Lungo 135 metri e con sette arcate, il ponte romano costruito in età imperiale sarà reso fruibile al pubblico tramite la realizzazione di un percorso pedonale sopraelevato e illuminato lungo tutto lo sviluppo del cammino, senza intaccare il basolato romano, emerso dopo la rimozione del manto stradale.