Il saio bianco è pronto. Chissà però se quest'anno rimarrà custodito nell'armadio di casa. Gli Scalzi sono in attesa di sapere se i prossimi 5 e 6 settembre potranno sciogliere nuovamente il loro voto a San Salvatore, dopo aver percorso 7 chilometri di corsa i sentieri sterrati del Sinis.

Tutto dipenderà dal Covid-19 che fa meno paura rispetto alla primavera scorsa, ma che ancora però non prevede la formazione di grossi assembramenti come quel fiume umano di 900 uomini che corrono vicini l'uno con l'altro. O le migliaia di persone che si sistemano lungo il tragitto per applaudire "is curridoris" durante la tradizionale Corsa degli Scalzi.

Intanto, però, l'associazione è all'opera per capire meglio il da farsi. Pochi giorni fa il presidente Antonio Manca e il vice Simone Manca hanno inviato una nota alla prefettura per chiedere l'attivazione urgente di un tavolo di confronto per discutere dell'evento, per capire insomma se sarà possibile organizzare la corsa e come, vista l'emergenza sanitaria ancora in atto.

Nella lettera, che è stata inviata anche alla Questura, al Comune di Cabras e al parroco di Santa Maria Assunta don Bruno Zucca, scritta dopo vari incontri tra l'associazione e i 14 priori, viene inoltre sottolineata l'importanza dell'evento religioso per l'intera comunità di Cabras.

Ora, dunque, non rimane che attendere la convocazione del tavolo tecnico. Per poi sapere se San Salvatore percorrerà anche quest'anno il suo storico tragitto da Cabras all'antico villaggio e viceversa. Scortato dai suoi "Scalzi", dalla loro fatica e dalla loro devozione.
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