C’è un angolo splendido di Sardegna incastonato lungo la Costa Verde, tra Torre dei Corsari e Marina di Arbus, che è stato a lungo un paradiso dei bambini, in particolare dei figli dei mintori di Ingurtosu e Montevecchio. È l’ex Colonia marina "Francesco Sartori", edificata nei primi anni ’50 per volontà dell’ingegnere minerario Giovanni Rolandi "come ricompensa di tante fatiche, tanti sacrifici, tanto buio accumulato nelle gallerie" spesi negli anni dagli addetti della miniera. Un complesso imponente su un'area di 2000 mq dotato di acquedotto, elettrodotto, ponte radio, impianti telefonici e strade di accesso. Un’opera avveniristica inaugurata il 13 maggio del 1956 e definita dalla stampa del tempo "la più moderna colonia marina d’Europa". Un vero fiore all’occhiello per la regione sarda, come ci racconta la signora Iride Peis Concas, ex maestra elementare e autrice di numerosi libri sull’area mineraria di Montevecchio e la sua gente. L’abbiamo intervistata a proposito della Colonia marina di Funtanazza, cui ha dedicato il libro "Funtanazza, la storia della colonia al mare per i figli dei minatori di Montevecchio 1956-1983" - insieme agli autori Fernando Lampis e Clotilde Pilia - dopo avervi trascorso cinque estati tra il 1960 e il 1965 come volontaria "vigilatrice".

Cosa significa la Colonia “Francesco Sartori” per lei?

"I 5 anni più belli della mia vita. Ho lavorato alla Colonia quando avevo 20 anni ed è stata un’esperienza bella e formativa, per me che ero una maestra fresca di diploma. Era un luogo in cui stavi a contatto con i bambini tutto il giorno e potevi fare, creare, inventare giochi, capire e imparare".

Come è nata l’idea di creare questa colonia estiva?

"Ho avuto a lungo una fitta corrispondenza con l’ingegnere Giovanni Rolandi, il principale artefice della colonia di Funtanazza, che allora era l'amministratore delegato della miniera di Montevecchio. Quando si è trovato ad avere molti utili, anziché dividerli con i dirigenti di allora, propose di realizzare una colonia per i figli dei minatori, perché voleva che avessero un luogo dove trascorrere le vacanze e che rimanesse nel tempo. Scelse un’area a 18 km dal sito minerario di Montevecchio, un luogo meraviglioso e comodamente raggiungibile dalle famiglie dei minatori".

La immagini storiche della Colonia marina di Funtanazza fondata negli anni '50 per i figli dei minatori di Montevecchio. Archivio Storico Comunale di Iglesias (ASCI), Fondo Monteponi/Montevecchio, serie fotografica
La immagini storiche della Colonia marina di Funtanazza fondata negli anni '50 per i figli dei minatori di Montevecchio. Archivio Storico Comunale di Iglesias (ASCI), Fondo Monteponi/Montevecchio, serie fotografica
La immagini storiche della Colonia marina di Funtanazza fondata negli anni '50 per i figli dei minatori di Montevecchio. Archivio Storico Comunale di Iglesias (ASCI), Fondo Monteponi/Montevecchio, serie fotografica
L'inaugurazione della Colonia
L'inaugurazione della Colonia
L'inaugurazione della Colonia
Gruppo di bimbi a Funtanazza
Gruppo di bimbi a Funtanazza
Gruppo di bimbi a Funtanazza
I giochi sulle terrazze
I giochi sulle terrazze
I giochi sulle terrazze
Le assistenti
Le assistenti
Le assistenti
Le camerette
Le camerette
Le camerette
Le cucine della struttura
Le cucine della struttura
Le cucine della struttura
Il menu settimanale
Il menu settimanale
Il menu settimanale
I bagni
I bagni
I bagni
L'atrio della Colonia Sartori
L'atrio della Colonia Sartori
L'atrio della Colonia Sartori
La struttura dall'esterno
La struttura dall'esterno
La struttura dall'esterno
Panorama di Funtanazza
Panorama di Funtanazza
Panorama di Funtanazza

Chi era Giovanni Rolandi?

"Era uno di quegli imprenditori illuminati e di grande cuore, e tutti i dirigenti della Montevecchio di allora hanno collaborato perché il progetto fosse realizzato. E’ stato un volano per tutto il territorio, una risorsa per le comunità locali e anche un’apertura verso quella classe operaia che non aveva mai avuto possibilità di mandare i figli in vacanza. E Funtanazza è diventata la colonia dei minatori".

Perché intitolata a Sartori e non a Rolandi?

"Giovanni Rolandi era il genero di Sartori, che a sua volta è stato un grande ingegnere minerario, anche se lui preferiva definirsi "minatore". E’ stato direttore della Monteponi, e in onore a questo imprenditore che in Sardegna, nel comparto minerario, a inizio ‘900 aveva fatto delle cose grandiose si è deciso di chiamare la Colonia "Francesco Sartori"".

Come era la giornata tipo a Funtanazza?

"Tutto era organizzato in una maniera straordinaria, c’erano assistenti, bagnini, e la giornata era scandita da orari precisi, dall’alzabandiera al mattino, alla colazione, e poi le canzoni e i momenti ricreativi in spiaggia".

Quanti erano i bambini?

"C’erano 200 bambini per turni della durata di 25 giorni, eravamo 9 vigilatrici e ognuna ne gestiva 25, dalle 7 del mattino fino alle 8 di sera, poi di notte c’era la turnista. In totale eravamo circa 50 adulti con varie funzioni, a gestire un numero enorme di bambini dai 5 agli 11 anni, tutti esclusivamente figli di minatori".

Una vera palestra per una maestra...

"Sì certo, la colonia di Funtanazza è stata per decenni un luogo di vacanza, ma per me è stato anche un luogo di formazione professionale, e noi giovani maestre eravamo piene di entusiasmo e passione".

Assistenti della Colonia di Funtanazza
Assistenti della Colonia di Funtanazza
Assistenti della Colonia di Funtanazza

Com’era la struttura?

"C’era la sala cinematografica utilizzata anche per le recite, quando i bimbi non potevano andare in spiaggia, camerate bellissime per la notte, le terrazze sulla baia dove si organizzavano i giochi, grandi cucine, la stireria, la lavanderia, le cabine sulla spiaggia, piscine in cui si facevano le gare regionali, e tutto automatizzato...Un albergo a 5 stelle, insomma. Cose che per quegli anni erano impensabili, optional che non esistevano allora nemmeno nella case private. Un vero e proprio sogno per i bambini".

E loro come si trovavano?

"Nei miei cinque anni lì ho avuto anche qualche bambino ribelle, che però poi riusciva a ingranare e stare bene. In seguito ho avuto delle testimonianze bellissime, di ragazzi che a distanza di 50 anni ancora hanno conservato la conchiglia che avevamo dipinto insieme. E’ capitato anche che qualche ragazzino cercasse di scappare per tornare a casa, ma credo sia normale, allora i bimbi non andavano mai fuori casa e il distacco dai genitori si sentiva. Non erano i bambini di oggi, non erano mai usciti dal loro paese, dalla cerchia familiare".

Perché un’esperienza così riuscita non continua ancora oggi?

"La colonia di Funtanazza ha chiuso quando le miniere hanno terminato di produrre, di vivere e quindi di esistere. E’ finita la sua storia, anche perché era una struttura costosissima, ma penso che la Regione abbia fatto un errore enorme a non prenderla in gestione e occuparsene. Del resto il comune di Arbus non sarebbe stato in grado di mantenerla, ci volevano tanti soldi e non aveva le risorse".

L'ingresso della Colonia oggi (courtesy Francesco Caoddeo)
L'ingresso della Colonia oggi (courtesy Francesco Caoddeo)
L'ingresso della Colonia oggi (courtesy Francesco Caoddeo)

Come si sente a vedere oggi la colonia in stato di abbandono?

"Fa male al cuore. Una colonia così all’avanguardia e grandiosa finita così male... Un patrimonio straordinario dilapidato per mancanza di consapevolezza del suo reale valore per un territorio come il nostro, economico e anche affettivo".

Le colonie servirebbero anche oggi?

"Certo, coi genitori che lavorano servirebbero ancora. E poi ci sono gli anziani, che avrebbero un posto dove trascorrere le vacanze, proprio come avrebbe voluto Giovanni Rolandi, che diceva "una volta che hanno finito i bambini, gli ex minatori possono utilizzare a colonia". Ma questo non è avvenuto".

Dopo la società Montevecchio a chi è passata la colonia?

"Per un periodo sono subentrati enti che avevano in gestione altre colonie, ma ci voleva una mano potente, come la Regione ad esempio, in grado di accollarsi le spese ingenti di mantenimento della struttura".

Dopo la chiusura nel 1983 è stata acquisita dai fratelli Renato ed Emanuele Soru con l’idea di trasformarla in un sito turistico, ma non se ne è ancora fatto nulla. Perché secondo lei?

"Credo sia per le leggi sulla salvaguardia della costa, ma qualcosa avrebbe dovuto esser fatto comunque pur di non farla finire nello stato di completo abbandono in cui è oggi".

Cosa si è fatto in questi anni in difesa del sito?

"Il Comune di Arbus ha fatto molto, c’è stata l’iniziativa "Giù le mani da Funtanazza", ma resta tutto bloccato e non si riesce a capire perché si sia arrivati allo sfacelo attuale. È di questi giorni la notizia che le cabine sopra la costa stanno per crollare, il comune le ha messe in sicurezza, ma non basta. Ha sempre più i contorni di una storia politica...".

La Colonia oggi (courtesy Francesco Caddeo)
La Colonia oggi (courtesy Francesco Caddeo)
La Colonia oggi (courtesy Francesco Caddeo)

Sicuramente una fine amara per una struttura nata con intenti molto nobili, chiusa nel 1983 dopo aver dato a tantissimi bimbi la possibilità di una vacanza in un angolo meraviglioso di Sardegna. Un peccato, insomma, e anche un pericolo visto che l’area è esposta quotidianamente a rischio crolli ed è protetta solo da deboli recinzioni, mentre l’accesso alla pineta e alla spiaggia è vietato solo nelle ore serali. E sembra lontana dalla conclusione anche la vicenda legata alla riqualificazione del sito, dopo l’ennesima bocciatura da parte della Regione del progetto di "Recupero e trasformazione della casa al mare denominata Francesco Sartori ". Una battaglia che si trascina ormai da anni tra la società proprietaria della struttura, la Riva di Scivu - di cui è amministratore Emanuele Soru, fratello dell’ex governatore Renato - e la stessa Regione, che non ha accettato l’ultima modifica al progetto, con l’eliminazione di un piano della Colonia e la distribuzione delle volumetrie in piccole "villette" da realizzarsi oltre la linea dei 300 metri dalla battigia. "I lavori sul corpo principale della struttura -, scrive il direttore generale dell'assessorato degli Enti locali - sono coerenti con le disposizioni legislative, ma non lo sono con le volumetrie aggiuntive, in quanto edifici singoli, autonomi e non facenti parti di un insediamento unico". Un tira e molla dai tratti sempre più politici, come provano le parole piccate di Renato Soru: "Mi si accusa di aver presentato un ricorso per mandare avanti un progetto edilizio 'devastando un bosco', nell'area dell'ex colonia marina di Funtanazza. (...) Mio intento dichiarato all'atto dell'acquisto era quello di preservare quel tratto di costa dalla minaccia della speculazione, semplicemente recuperando l'ex colonia in disuso e mantenendo integro il contesto naturalistico-ambientale dell'area".

Intanto, la Colonia di Funtanazza assume l'aspetto di un ecomostro, e del suo passato glorioso restano solo i ricordi dei tanti bimbi ospitati.

Barbara Miccolupi
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