Il giornalista Paolo Borrometi, condirettore dell'Agenzia Agi- Agenzia Giornalistica Italia, sotto scorta da dieci anni per aver raccontato la mafia in Sicilia, sarà protagonista della Rassegna “Libriamoci, Incontriamoci: Libri per uscire” a Villanova Monteleone, domenica 1 settembre alle 19,30, nel salone della Confraternita di Misericordia Piazza-Delogu-Ibba.

Nell’incontro Borrometi, che dialogherò con il giornalista Mario Mossa, parlerà dei suoi ultimi  libri “Traditori - Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana”  (Ed. Solferino), e “Siate rompiscatole.

La storia di padre Pino Puglisi raccontata alle ragazze e ai ragazzi” (Ed. Mondadori)  ma anche della sua vita sotto scorta dopo le diverse minacce di morte ricevute.  Nel primo libro lo scrittore si pone la domanda: perché tante stragi e delitti in Italia rimangono impuniti? La ricerca della verità è un percorso a ostacoli e in troppi casi, prima ancora di cercare i colpevoli, si è messa in dubbio la credibilità di chi accusava. È accaduto a Giovanni Falcone quando si disse che la bomba dell’Addaura l’aveva piazzata lui stesso e a Paolo Borsellino la cui agenda rossa, misteriosamente scomparsa, sarebbe stata un «parasole». Per comprenderne i drammatici effetti, Paolo Borrometi ci accompagna in un viaggio nella storia d’Italia in cui denuncia i traditori, i criminali che mirano a creare confusione nel Paese per raggiungere i propri interessi illegittimi. Vengono quindi ripercorsi il Piano Solo, il Golpe Borghese, la strategia della tensione, le bombe, l’Italicus, la mafia “nera” (nel senso politico dell’aggettivo), il sequestro Moro, l’omicidio Dalla Chiesa, il Rapido 904, le stragi di Capaci e di via D’Amelio, il terrorismo mafioso ordito da Totò Riina, la lunghissima latitanza di Bernardo Provenzano, fino all’arresto di Matteo Messina Denaro. Uno sguardo totale sulla controversa storia dell’Italia.

Durante la serata si parlerà inoltre di un altro grande oppositore alla mafia, e per questo fu ucciso, padre Pino Puglisi, della sua storia raccontata alle ragazze e ai ragazzi è piena di amore, dignità e di libertà. Si batté in modo particolare affinché nel suo quartiere, Brancaccio a Palermo, venissero create scuole aperte a tutti: era convinto che l'educazione fosse la vera arma per combattere la criminalità organizzata.

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