Assegnato il premio Nobel per la Fisica 2018.

Il prestigioso riconoscimento della Reale Accademia Svedese delle Scienze è andato all'americano Arthur Ashkin "per le pinze ottiche e la loro applicazione ai sistemi biologici", e al francese Gérard Mourou e alla fisica canadese Donna Strickland per "il sistema di generazione di impulsi ottici ad alta intensità".

Ai ricercatori il merito di essersi distinti "per invenzioni fondamentali nel campo della fisica dei laser. Strumenti di precisione avanzati che stanno aprendo aree di ricerca inesplorate e una moltitudine di applicazioni industriali e mediche".

Grande entusiasmo, in particolare, per la terza ricercatrice donna a ricevere questo tipo di riconoscimento.

GLI STUDI - Lo statunitense Arthur Ashkin, 96 anni, ha ricevuto il Nobel per la Fisica per l'invenzione delle pinzette ottiche, uno strumento scientifico che usa un impulso laser per spostare oggetti microscopici. Ad Ashkin il merito di aver tradotto in realtà "un vecchio sogno dal sapore della fantascienza", scandisce l'Accademia Svedese, ricordando che lo scienziato statunitense è "riuscito a sfruttare la pressione esercitata dalla radiazione luminosa per muovere oggetti fisici".

Il vero risultato rivoluzionario è arrivato nel 1987 quando, racconta ancora la Reale Accademia delle Scienze Svedese, "Ashkin trattenne un batterio con le pinzette, senza causargli alcun danno e mantenendolo vitale". Una dimostrazione definita "strabiliante" dagli scienziati. I principi ideati e sviluppati da Ashkin ancora oggi sono utilizzati in biologia e biotecnologia per scoprire come funzionano i meccanismi della vita".

Gérard Mourou, 74 anni, e Donna Strickland, 59 anni, invece sono stati insigniti del più prestigioso riconoscimento scientifico al mondo per l'invenzione di un metodo per la generazione di impulsi ottici ultra corti e ad alta intensità. Mourou e Strickland, insieme, hanno tracciato la strada nel settore degli studi "per ottenere gli impulsi laser più potenti mai prodotti nella storia dell'umanità".

"Il loro articolo rivoluzionario - ricorda l'Accademia svedese - fu pubblicato nel 1985. I due scienziati avevano lavorato "ad un sistema per ottenere laser ad alta intensità, senza che questo distruggesse i materiali necessari per amplificare il segnale". "Il loro metodo puntava a modulare la lunghezza d'onda della luce, amplificarla e poi comprimerla nuovamente" ed il sistema di "compressione dell'onda" è ciò che fa aumentare "l'intensità dell'impulso luminoso".

(Unioneonline/v.l.)
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